In dettaglio a Ferraris è stato attribuito per la carica di ad un trattamento di fine mandato pari a 108.750 euro lordi e per la carica di direttore generale un’indennità compensativa pari a 4.625.000 euro lordi. Donnarumma si è dimesso da Acea lo scorso 18 maggio per approdare a Terna
dadel 20/05/2020 08:45
di Francesca Gerosa
Acea concede a Donnarumma 996.000 euro e Terna a Ferraris 108.750 euro più un’indennità compensativa di 4.625.000 euro lordi per la carica di direttore generale. Stefano Antonio Donnarumma ha rassegnato lo scorso 18 maggio le sue dimissioni dalla carica di consigliere di amministrazione e amministratore delegato della multiutility romana. Dimissioni motivate dall’incompatibilità con l’incarico assunto lo stesso giorno in Terna.
Il gruppo lo ha ringraziato “per il decisivo contributo dato nei tre anni trascorsi alla sua guida, caratterizzati da risultati eccellenti sotto il profilo industriale, organizzativo e gestionale, da un notevole incremento di valore per gli azionisti nonché da un aumento della qualità dei servizi erogati e della soddisfazione dell’utenza”. La società ha anche espresso “uno speciale apprezzamento per la gestione dell’emergenza sanitaria degli ultimi mesi”.
Acea riconoscerà a Donnarumma un importo complessivo lordo di 996.000 euro. L’importo, ha spiegato Acea, “è da ritenersi comprensivo e satisfattivo anche della componente variabile della remunerazione riferita al rapporto di amministrazione e a quello dirigenziale non ancora corrisposta alla data di uscita e di qualsiasi altra pretesa non inerente alle spettanze di legge”.
La somma, da erogarsi entro il mese di maggio, è stata deliberata dal cda, ritenendo l’ad meritevole di un riconoscimento monetario anche a titolo di premio per i ragguardevoli obiettivi conseguiti negli ultimi tre anni.
Donnarumma non è beneficiario di programmi di incentivazione basati su strumenti finanziari, non ha sottoscritto un accordo di “severance” e non è titolare di azioni di Acea. In vista del rinnovo del cda, ogni decisione in merito alla sostituzione dell’amministratore delegato sarà adottata dal nuovo cda una volta che si sarà insediato.
Mentre, a seguito del mancato rinnovo del mandato come consigliere di amministrazione di Luigi Ferraris, Terna ha applicato le disposizioni già previste: gli ha attribuito per la carica di ad un trattamento di fine mandato pari a 108.750 euro lordi e per la carica di direttore generale un’indennità compensativa pari a 4.625.000 euro lordi, comprensiva dell’indennità di mancato preavviso, oltre alle competenze di fine rapporto e a quanto spettante in relazione ai diritti maturati nell’ambito della partecipazione ai sistemi di incentivazione a breve e lungo termine.
Gli importi saranno erogati entro questo mese oltre alle competenze di fine rapporto. Non è previsto alcun vincolo di non concorrenza successivo alla cessazione del rapporto e, pertanto, nessun corrispettivo sarà dovuto a tale titolo. Nel congedarsi dalla società, lo scorso 18 maggio Ferraris ha ricordato i risultati conseguiti nell’ultimo triennio e l‘andamento del titolo che ha chiuso il 2019 a 5,954 euro per azione, con una performance annua del +20,2%.
Considerando sia la performance di borsa che l’impatto dei dividendi pagati nell’anno, il titolo Terna ha garantito un ritorno totale per i propri azionisti ( Total Shareholder’s Return o Tsr) del 25,1%.
Per Ferraris, in un triennio caratterizzato da una trasformazione epocale del settore energetico in Italia, in Europa e nel mondo verso la completa decarbonizzazione e il pieno utilizzo delle fonti rinnovabili,
” Terna esercita un ruolo centrale come abilitatore della transizione energetica in atto”. Simile l’intervento della presidente Catia Bastioli che lascia dopo due mandati: ” Terna è stata lungimirante nel cogliere da subito la sfida dell’evoluzione e crescita di resilienza della rete e delle infrastrutture energetiche nel contesto dinamico della transizione globale, per essere un driver del cambiamento nel sistema elettrico ed energetico del nostro Paese e dell’Europa”.