venerdì, Maggio 15, 2020

Addio a venti miliardi di clausole di salvaguardia…..

ROBERTO GUALTIERI MINISTRO ECONOMIA POLITICO

Definitivamente in soffitta le clausole di salvaguardia, per quasi un decennio incubo autunnale di tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese. Venti miliardi che però non si capisce se rientrino nella stima di 55 miliardi del valore complessivo delle misure emergenziali introdotte dal decreto rilancio

dadel  15/05/2020

di Roberto Rosati

Definitivamente in soffitta le clausole di salvaguardia, per quasi un decennio incubo autunnale di tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese. Il decreto «rilancio» ha sciolto infatti le catene dei futuri aumenti automatici delle aliquote Iva e delle accise sui carburanti appostati nella legge finanziaria come misure di contenimento del deficit. Che assicuravano, nell’ultima versione, la legge di stabilità 166/2019 del governo Conte-bis, maggiori entrate per circa 20 miliardi annui dal 2021.

L’ultima legge, seguendo il copione delle precedenti, ha infatti sterilizzato gli aumenti per il 2020. Venti miliardi, quindi, che graveranno sul disavanzo degli esercizi finanziari a venire. E che non si capisce se rientrino nella stima di 55 miliardi del valore complessivo delle misure emergenziali introdotte dal decreto, nel qual caso assorbirebbero una buona fetta del piatto confezionato dal governo.

Sono dunque cancellati gli aumenti dell’Iva previsti dalla legislazione vigente, che portavano laliquota ordinaria dal 22 al 25% dall’anno prossimo e al 26,5% dal 2022, e l’aliquota intermedia dal 10% al 12% dal 1° gennaio 2021.

La partita dell’Iva, dunque, per il momento è chiusa. Per lo meno nei termini e nelle cifre in cui è stata impostata finora. Non ci si può però illudere che la pace con le aliquote dell’imposta indiretta sui consumi di beni e servizi, una delle più importanti voci delle entrate dello Stato, durerà a lungo.

È infatti prevedibile che la fame di risorse, destinata inevitabilmente a crescere a causa dei costi della Pandemia e del crollo dell’economia, farà purtroppo riaprire il discorso. È solo questione di tempo.

Se andrà bene, se ne potrebbe riparlare dopo l’approvazione, da parte del Consiglio dell’Ue, della proposta di direttiva sulla revisione del sistema delle aliquote presentata dalla Commissione europea a gennaio del 2018. Proposta che, invertendo le regole attuali, intenderebbe lasciare agli Stati membri ‘libertà di scelta’ sui prodotti e servizi da assoggettare a tassazione ridotta, fissando invece un elenco di quelli da colpire con l’aliquota ordinaria. Ovviamente in una cornice generale di salvaguardia del livello del gettito. Se invece andrà male, gli aumenti dell’imposta arriveranno prima, forse presto, quando la situazione lo vorrà.

 

Condividi su: