L’amministratore giudiziario della Società E. Giovi, che gestisce i Tmb di Malagrotta, lancia l’allarme: la ricettività dell’Emilia Romagna potrebbe esaurirsi prima del previsto , il che comporterebbe una capacità ridotta del 40 per cento per il materiale in entrata
di Maria Egizia Fiaschetti
Rifiuti in Circonvallazione Casilina (Massimo Percossi/Ansa)
Il rischio di una nuova emergenza rifiuti potrebbe verificarsi prima del previsto: dal 30 giugno l’Emilia Romagna non riceverà più 200 tonnellate al giorno di indifferenziata, ma l’Amministratore giudiziario della E. Giovi che gestisce gli impianti di Malagrotta, Luigi Palumbo, prevede serie difficoltà già dal 15 giugno.
In una nota trasmessa ieri a tutti gli interlocutori istituzionali, il responsabile di E.Giovi sottolinea che «le quantità conferite settimanalmente nella discarica di Sogliano Ambiente (in Emilia Romagna, ndr) stanno subendo un incremento rispetto al previsto» e ai volumi giornalieri contrattualizzati.
Il timore è che si arrivi a saturazione già tra dieci giorni, quando «gli spazi extra a smaltimento saranno terminati». In mancanza di sbocchi alternativi, si stima una riduzione del 40 per cento di rifiuti indifferenziati conferiti nei Tmb di Malagrotta.
Tra le soluzioni individuate sul mercato, tutte comporterebbero un notevole incremento dei costi, tra i 195 e i 222 euro a tonnellata a fronte degli attuali 177, la tariffa applicata dall’Emilia Romagna, il doppio di quanto si spenderebbe in media nel Lazio: un aggravio che, rileva l’amministratore giudiziario, «dovrà essere riconosciuto con atto amministrativo dalla Regione». A prospettare le imminenti difficoltà è anche un’altra lettera, inviata martedì dall’Amministratore Unico di Ama, Stefano Zaghis, a tutte le Associazioni di Categoria che rappresentano il mondo produttivo, commerciale e ricettivo: «C’è il rischio concreto che, per mancanza di sbocchi, i Tmb di Malagrotta non possano più ricevere 500 tonnellate al giorno di rifiuti indifferenziati e che alcuni altri nostri fornitori possano trovarsi in situazioni analoghe con pesanti ricadute sulla raccolta».
Lo stesso giorno Zaghis replica alla richiesta della Regione di indicare una soluzione per sopperire allo stop dell’Emilia Romagna dal 1° luglio, addebitandole una serie di responsabilità: dall’«inerzia» nell’approvare il Nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti («Ci sono voluti otto anni e mezzo») alla chiusura dei due Inceneritori di Colleferro, fino alla dismissione della discarica di Colle Fagiolara.
Nel frattempo, il Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, prova a ricucire il dialogo tra Virginia Raggi e Nicola Zingaretti. All’incontro tecnico di ieri, coordinato dalla dirigente Laura D’Aprile, ne seguirà un altro la prossima settimana (forse martedì). Cingolani ha chiesto alla Regione di fornire la mappatura degli impianti di trattamento e smaltimento con le relative tempistiche autorizzative e di trasmettere alla Città metropolitana i file cartografici per l’individuazione delle aree bianche.
Il Campidoglio dovrà invece impegnarsi a realizzare gli impianti di compostaggio (Cesano e Casal Selce) e a migliorare la raccolta differenziata. Palazzo Senatorio sembra disponibile a individuare un sito per la discarica, l’ipotesi è Magliano Romano, ma i tempi non saranno immediati mentre permangono le resistenze su un invaso nei propri confini. La contropartita potrebbe essere che la Regione, per un periodo transitorio di 12-18 mesi, riapra in via eccezionale alcuni degli impianti chiusi, strada che però non sembra praticabile.