Palazzo Madama approva con 174 voti favorevoli e soli 20 contrari il cosiddetto decreto Capienze. Ma non senza scossoni. Per due volte, infatti, il governo viene battuto in Aula, con il via libera a due emendamenti sui quali l’esecutivo aveva dato parere contrario.
di Serenella Ronda
da aggiornato alle 06:38 19 novembre 2021
© Alessandro Serranò/AGF – Matteo Renzi
AGI – Alla fine il Senato approva con 174 voti favorevoli e soli 20 contrari il cosiddetto decreto Capienze. Ma non senza scossoni. Per due volte, infatti, il governo viene battuto in Aula, con il via libera a due emendamenti sui quali l’esecutivo aveva dato parere contrario A ‘prevalere’ a suon di numeri è l’asse Iv-centrodestra. Non è una novità, ma fa sì che le altre forze che sostengono il governo si rivolgano a renziani, leghisti e azzurri per chiedere se la maggioranza esiste ancora o c’è la volontà di aprire una crisi.
L’incidente si concretizza in Aula all’ora di pranzo: l’Assemblea di palazzo Madama sta votando gli emendamenti al decreto green pass recante disposizioni urgenti per l’accesso alle attivita’ culturali, sportive e ricreative, nonché per l’organizzazione di pubbliche amministrazioni e in materia di protezione dei dati personali.
Si vota l’emendamento di Italia viva in cui si chiede l’allungamento a 68 anni dei limiti anagrafici per l’iscrizione all’elenco nazionale dei direttori generali in materia di personale sanitario in Asl, Ospedali ed altri enti del Ssn, deroga valida solo durante l’emergenza pandemica. Sull’emendamento il governo aveva dato parere contrario. Ma viene approvato con 116 voti favorevoli, 91 contrari e 11 astenuti. Hanno votato a favore i renziani e i senatori di centrodestra.
Poco prima si era consumato un altro ‘strappo’: l’asse centrodestra-Iv dà il via libera a un emendamento per portare le capienze dei bus turistici al 100 per cento. Una richiesta condivisa anche da Pd, Leu e M5s. Ma il no del governo ha fatto desistere gli ex giallorossi, mentre Iv, Lega e FI vanno dritti per la loro strada e lo approvano: 111 i voti favorevoli e 97 quelli contrari. A quel punto scoppia la bagarre (urla, fischi e applausi), i 5 Stelle chiedono la sospensione dei lavori, stessa richiesta avanzata da FdI. Ma si decide di andare avanti.
“È arrivato il momento che centrodestra e Iv chiariscano se hanno ancora fiducia nel governo Draghi”, tuona a caldo la capogruppo dem Simona Malpezzi, “altrimenti non si spiega perché in aula al Senato abbiano votato alcuni emendamenti con FdI nonostante il parere contrario dell’esecutivo. Sono convinta che serva davvero un metodo di lavoro condiviso in vista dell’iter parlamentare della legge di bilancio. Il Pd è al governo con serietà e responsabilità. Mi domando se anche Lega, FI e Iv si stiamo comportando nello stesso modo”.
Non meno dura la posizione della capogruppo pentastellata Maria Domenica Castellone: “Il centrodestra e Iv, che con questo ennesimo atto proseguono nella manovra di avvicinamento reciproco, hanno deciso di votare contro l’esecutivo e i loro stessi ministri. Se vogliono chiudere con l’esperienza del governo Draghi e aprire una crisi se ne assumano la responsabilità e lo dicano”.
Per la presidente dei senatori di Leu Loredana De Petris “non è più accettabile che una parte della maggioranza si faccia puntualmente carico del sostegno al governo per senso di responsabilità, a volte pur non condividendo una specifica norma, mentre altri votano emendamenti nonostante il parere negativo del governo, come è successo questa mattina al Senato”.
De Petris non usa giri di parole: “Si pone un problema politico. Quando si vede una parte della maggioranza festeggiare con l’opposizione perché il governo è andato sotto, diventa necessario fare il punto su come si deve stare in questa maggioranza. Noi non siamo disponibili ad andare avanti in questo modo”.
Festeggia l’opposizione: “Questo governo alla prima occasione in cui non ha fatto ricorso alla fiducia è andato sotto, vittima delle contraddizioni interne della maggioranza che dimostra tutti i suoi limiti. E adesso capiamo anche per quale ragione il governo faccia continuamente abuso del voto di fiducia, proprio per nascondere queste debolezza”, osserva il capogruppo di FdI Luca Ciriani.
Tra gli ex giallorossi cresce il sospetto che renziani e c.destra di governo abbiano voluto mandare un nuovo segnale in vista di votazioni ben più delicate, come quelle sulla manovra (dove la maggioranza fatica a trovare una quadra persino sui relatori) e soprattutto sul Quirinale. E nel mirino finiscono soprattutto i senatori di Iv.
“Oggi in Senato centrodestra ed Italia viva hanno mandato sotto il governo. Non so se sia un messaggio e che messaggio sia, ma indebolire Draghi non ha comunque senso”, chiosa Andrea Marcucci. Lo strappo che si è consumato oggi al Senato, con Iv, Lega e FI che hanno votato a favore di emendamenti su cui il governo aveva dato parere contrario, è definito dal Nazareno “un episodio molto grave che dimostra la irresponsabilità da parte di chi, a parole, fa l’ultrà del presidente del Consiglio e poi, nei fatti, vota contro il suo governo in Parlamento”.
“Di fronte ai dati dell’impennata dei contagi, all’aumento dei ricoveri anche nelle terapie intensive, non possiamo far finta che questa mattina non sia accaduto niente”, ha detto in Aula la senatrice del Pd Caterina Biti, vicepresidente del gruppo dem al Senato. “Non è chiaro che i cittadini ci hanno già mandato un segnale chiaro non andando a votare alle amministrative? Non è un segnale chiaro di quanto il servizio che fornisce la politica sia privo di fiducia e di credibilità per i cittadini? E noi su un provvedimento così importante tafazzianamente diamo contro a noi stessi. Complimenti, stiamo dando uno spettacolo che i cittadini non vorrebbero vedere. Il Pd non ha mai cavalcato facili consensi, perché per noi il bene del Paese viene sempre prima. Altre forze stanno dimostrando di non essere all’altezza”.