L’Uif propone un monitoraggio capillare delle transazioni online, con l’identificazione dei soggetti coinvolti e la ricostruzione dei flussi finanziari, «anche attraverso la collaborazione a fini antiriciclaggio dei circuiti di pagamento, oggi esclusi dagli obblighi di prevenzione»
da del 11/02/2021
di Cristina Bartelli
Aumento dei cambi di valuta in monete virtuali e rischio anonimato dei flussi finanziari con i token.
Tanto da richiedere controlli e analisi del rischio anche per quei soggetti che operando fuori dall’Italia con clienti italiani che ne sono attualmente esclusi dalla normativa.
L‘Unità di Informazione Antiriciclaggio di Banca di Italia (Uif) mette in guardia dal rischio non solo di frodi ma di riciclaggio legato alla digitalizzazione dei flussi finanziari. «Le operatività a distanza» spiega Claudio Clemente. Direttore dell’Uif nella audizione rilasciata davanti la Commissione Antimafia del Parlamento (si veda ItaliaOggi del 10/2/21), «anche attraverso Operatori e Piattaforme stabiliti in Paesi diversi da quello in cui si trova l’utente e con strumenti che agevolano l’anonimato, sono tutti fattori che richiedono interventi ampi e incisivi, per escludere spazi non monitorati e assicurare l’adempimento dei medesimi obblighi di prevenzione da parte di tutti coloro che svolgono attività finanziarie in Italia, evitando in tal modo anche distorsioni della concorrenza».
Oltre a sottoporre ai Controlli Antiriciclaggio Nazionali tutte le attività comunque svolte in Italia, l‘Uif propone un monitoraggio capillare delle transazioni online, con l’identificazione dei soggetti coinvolti e la ricostruzione dei flussi finanziari, «anche», suggerisce Clemente, «attraverso la collaborazione a fini antiriciclaggio dei circuiti di pagamento, oggi esclusi dagli obblighi di prevenzione».
L’incremento delle attività a distanza ha favorito anche l’utilizzo di valute virtuali, comparto in cui, evidenziano dall‘Uif, si sono recentemente registrati livelli dei cambi in monete legali molto significativi; «vi è l’esigenza di completare l’attuazione della normativa di settore» avverte Clemente, «in linea con gli standard internazionali in materia antiriciclaggio».
Nella Relazione si evidenzia un effetto della Pandemia nel calo dei flussi della circolazione del contante.
L‘Uif osserva il fenomeno attraverso le Comunicazione oggettive, Trasmissioni di Dati Standard delle Banche sui Prelievi e Versamenti dei contanti superiori a 10 mila euro nel mese.
Ebbene, nella audizione con riferimento ai flussi di contante nel periodo di lockdown si registra che : «Durante questa fase si è evidenziata una drastica riduzione dell’operatività in contante, rilevabile anche dalle comunicazioni oggettive che mostrano una diminuzione di prelevamenti e versamenti, fra i mesi di marzo e maggio, di oltre il 40 per cento rispetto alla media dei mesi precedenti».
Sulla prevenzione della criminalità economica dall’infiltrarsi nel tessuto produttivo in questo particolare momento, l‘Uif ha le antenne tese. È previsto per oggi la pubblicazione di una nuova comunicazione sugli alert su cui prestare attenzione per quanto riguarda la crisi economica e il riciclaggio.
Sul punto sempre nell’audizione si fa riferimento a una sperimentazione di un indicatore che raffronta i dati dei Bilanci delle Imprese attaccate dalla criminalità ricostruendo elementi di criticità tali da essere utilizzati con spie nei Bilanci di altre imprese, in chiave di prevenzione.
L‘Uif inoltre segnala come opportuna l’indicazione per le Pubbliche Amministrazioni di comunicare come segnalazioni i dati attinenti alle Operazioni di avvio di attività commerciali e di trasferimento della proprietà o gestione delle stesse a livello comunale. Al momento è attivo solo un Progetto Pilota con il Comune di Roma.