Il ministro della Salute decide di bloccare la deroga in vigore per i treni Frecciarossa e Italo che da ieri potevano occupare tutti i sedili disponibili: “Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela”. La decisione arriva dopo le numerose voci polemiche che si sono levate da esperti e amministratori. Il presidente del Css Locatelli: “Rischio di una ripresa dei contagi”. Il virologo dell’Università di Milano: “Salto in avanti non razionale”. L’assessore del Lazio D’Amato: “Messaggio sbagliato”
Foto Claudio Furlan – LaPresse
di F. Q. | 1 AGOSTO 2020
“È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora”. Con queste parole il Ministro della Salute Roberto Speranza annuncia la firma di una nuova ordinanza che conferma l’obbligo del distanziamento di almeno un metro: significa che i treni ad Alta velocità dovranno tornare a rispettare la regola dei sedili alternati e non potranno più occupare il 100% dei posti.
“Non possiamo permetterci di abbassare il livello di attenzione e cautela. Per questo ho firmato una nuova ordinanza che ribadisce che in tutti i luoghi chiusi aperti al pubblico, compresi i mezzi di trasporto, è e resta obbligatorio sia il distanziamento di almeno un metro che l’obbligo delle mascherine“, spiega Speranza.
“Questi sono i due principi essenziali che, assieme al lavaggio frequente delle mani, dobbiamo conservare nella fase di convivenza con il virus“, sottolinea il ministro.
La decisione del ministro arriva dopo le numerose voci polemiche che si sono levate da esperti e amministratori locali, non solo dal Comitato tecnico scientifico. Ieri una deroga aveva concesso a Frecciargento e Frecciarossa di Trenitalia e i treni Italo di poter viaggiare al 100% dei posti, quindi con i treni pieni.
Trenitalia e Italo avevano ottenuto il via libera perché si erano realizzate le condizioni poste dall’ultimo dpcm del 14 luglio: il ministero dei Trasporti aveva quindi dato l’ok. Ora però il governo corre ai ripari con il provvedimento di Speranza per ripristinare la regola del distanziamento.
Una misura necessaria, secondo il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) Franco Locatelli.
Il componente del Cts aveva spiegato infatti che con i treni pieni c’è “il rischio concreto che i viaggi in treno possano contribuire alla ripresa dell’andamento epidemico” nel nostro Paese. Lo stop al distanziamento “stupisce un po’, per non dire che sconcerta. Il Comitato tecnico scientifico non è mai stato investito del problema”, aveva commentato Locatelli all’Adnkronos Salute.
La richiesta di un passo indietro era arrivata anche dal virologo dell’Università di Milano, Fabrizio Pregliasco: “La fine del distanziamento sui treni mi sembra un salto in avanti non concordato, senza un razionale e una pianificazione“. L’esperto aveva ricordato infatti che il virus “circola ancora, con ondulazioni da monitorare attentamente, centinaia di nuovi focolai e casi in crescita”. L’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, aveva parlato di “un messaggio sbagliato”. Le sue preoccupazioni: “Roma è la principale destinazione dei treni ad alta velocità del Paese”.
Il Comitato tecnico scientifico, che già ieri ha ribadito la sua contrarietà alla misura, ha spinto per convincere il governo a fare un passo indietro, anche perché proprio grazie alle misure adottate in questi mesi, viaggiare in treno finora “si è rivelato sicuro. Io stesso – aveva raccontato Locatelli – ho avuto modo di viaggiare in treno 2 settimane fa per andare a Bergamo e ho trovato il viaggio assolutamente gradevole e ordinato”. A bordo “c’è stato un corretto rispetto del distanziamento e un’attenzione sempre scrupolosa alle misure anti-Covid“. Inoltre, aveva aggiunto, “numerosi studi, fra i quali uno recente dell’Università di Southampton, hanno esaminato le possibilità di contrarre Covid-19 in una carrozza ferroviaria con a bordo una persona infetta”. Ebbene, questi lavori “hanno evidenziato l’importanza del distanziamento“.