CRONACA ROMA
L’azienda di trasporto pubblico di Roma dovrà risarcire la moglie e i due figli di Cecchini, morto a 59 anni per adenocarcinoma polmonare.
Vincenzo Cecchini con la moglie
Centocinquantasette mila euro. Tanto è stato quantificato, dal tribunale di Roma, il risarcimento dovuto a moglie e figli per la morte del 59enne Vincenzo Cecchini, per oltre un decennio dipendente della Cotral. Operaio, addetto alla manutenzione delle scale mobile della metropolitana di Roma, manovale d’officina e poi anche autista per la compagnia di trasporti laziali, Cecchini è stato esposto all’amianto e alle sue fibre killer – senza per altro la protezione di specifici dispositivi –e per questo si è ammalato di adenocarcinoma polmonare. Una diagnosi arrivata a novembre del 2010 e che ha portato l’uomo alla morte nell’arco di otto mesi, nel luglio del 2011.
Il giudice del lavoro, Valentina Cacace, ha quindi confermato la sentenza di primo grado che condannava la Cotral Spa al risarcimento per Laura Cristofanelli, vedova del Cecchini, e per i figli Stefano e Claudio. Le consulenze tecniche hanno riconosciuto «la sussistenza del nesso fra l’esposizione lavorativa e l’insorgenza dell’adenocarcinoma polmonare», precisando che «non può non dubitarsi della responsabilità della società resistente per l’omessa adozione di cautele che avrebbero ridotto il rischio».