Annullata la partenza dell‘astronave Orion con il nuovo vettore Sls da Cape Canaveral a causa di un problema tecnico
di Michela Rovelli e Giulia Cimpanelli
La Nasa rimanda il lancio del rezzo per la missione Artemis 1.
Un problema al motore numero 3 ha portato la National Aeronautics and Space Administration prima a sospendere temporaneamente il conto alla rovescia per il lancio (il countdown è stato fermato quando mancavano 40 minuti per dare modo ai tecnici di risolvere i problemi sorti con uno dei quattro motori RS-25) e poi a rimandarlo al prossimo 2 o 5 settembre. Al momento sembra esclusa la possibilità che si sia formata una crepa strutturale nello stadio centrale del razzo: il problema sembra legato alla formazione di ghiaccio. Si era infatti parlato anche di una possibile perdita di idrogeno, che sembra essere apparsa nello stesso punto che ha subito infiltrazioni durante una prova generale in primavera.
Il rifornimento era già in ritardo di quasi un’ora a causa dei temporali al largo del Kennedy Space Center della Florida. Gli ingegneri stanno lavorando per la risoluzione del problema al motore numero 3 e raccogliendo quanti più dati e informazioni possibili.
Le spiegazioni degli esperti
«La Nasa ha annunciato uno Scrub – che significa che è stata abortita la finestra di lancio programmata – perché nella fase di caricamento del propellente a bordo è stato riscontrato problema che poteva mettere a rischio la missione. Capita spesso in missioni di questa portata. Speriamo che si tratti di un problema che si possa sistemare lì sulla rampa di lancio per rendere la risoluzione compatibile con la data di lancio prevista di venerdì 2 settembre», commenta al Corriere della Sera Biagio Cotugno, responsabile delle operazioni di ArgoMoon, l’unico satellite europeo a bordo della missione, progettato e assemblato dall‘azienda torinese Argotec.
L’astronauta della Nasa Stan Love, inoltre, ha dichiarato alla Bbc che questo tipo di problemi tecnici sono «molto comuni, soprattutto per il primo volo di un veicolo spaziale nuovo di zecca».
Le dichiarazioni della Nasa
Niente di preoccupante, insomma, per esperti e addetti ai lavori e per la Nasa stessa. «E’ molto normale il rinvio», commenta in diretta ai microfoni della Nasa Bill Nelson, Nasa Administrator ed ex astronauta, che aggiunge: «è un sistema molto complicato e tutto deve andare perfettamente. Ho delle esperienze personali su altre missioni in cui abbiamo rimandato anche quattro volte il lancio. Questa è un’occasione di raccogliere dati e informazioni per aumentare la sicurezza e migliorare il funzionamento».
Il giorno del lancio
Questa mattina era tutto pronto al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, rampa di lancio 39B, per il primo step di una missione che ha l’obiettivo di riportare l‘uomo sulla Luna oltre cinquant’anni dopo lo sbarco di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Se la prossima «passeggiata» di un essere umano su suolo lunare è prevista non prima del 2024, inizia oggi – 29 agosto – la fase di test e preparazione della Nasa per raggiungere l’obiettivo. E si parte con Artemis I, la prima missione per il collaudo del nuovo vettore spaziale Space Launch System e della nuova astronave Orion, per ora senza astronauti a bordo. Spiega la Nasa: «Gli obiettivi principali di Artemis I sono la dimostrazione dei sistemi di Orion in un ambiente di volo spaziale e la garanzia di un rientro, una discesa, un ammaraggio e un recupero sicuri prima del primo volo con equipaggio su Artemis II».
I tempi previsti
Il lancio era programmato per oggi in uno slot di due ore che iniziava alle 14.33 (ora italiana). Quando partirà il 2 o 5 settembre la missione durerà 42 giorni, 3 ore e 20 minuti: si percorrerà una distanza di 1,3 milioni di miglia (oltre due milioni di chilometri) per circumnavigare il nostro satellite.
Oggi, 29 agosto, verso le nostre 10 del mattino sono iniziate le operazioni per rifornire di carburante il razzo che porterà in orbita la navicella Orion. Il vettore si chiama Space Launch System (Sls) e come spiega Giovanni Caprara qui, è il più potente mai costruito. Alto 98 metri può portare fino a 30 tonnellate verso la Luna. È stato costruito dalla Boeing ed è costato circa 22 miliardi di dollari. Saranno i due booster a propellente solido, posizionati ai lati del razzo, e lo stadio centrale con idrogeno liquido, a portare in orbita l’astronave Orion (dove si troveranno in futuro gli astronauti a bordo). Da qui, ci penserà un secondo stadio intermedio ad accendere il suo motore per permettere alla navicella di raggiungere la Luna.
La vera protagonista della missione Artemis I è Orion, la prima astronave – costruita da Lockheed Martin – per viaggiare nello spazio profondo (costata circa 14 miliardi di dollari). Qui, nella prossima missione Artemis II, si troverà l’equipaggio, composto da quattro astronauti, che sbarcherà sulla Luna. Per ora viaggia «sola», in un importante viaggio di collaudo (a bordo ci saranno dei manichini dotati di sensori, per capire gli effetti del viaggio su un essere umano). «Quando lascerà il Kennedy Space Center, viaggerà a una distanza di oltre mille volte superiore a quella a cui vola la Stazione Spaziale Internazionale nell’orbita bassa della Terra. E più lontano di quanto qualsiasi veicolo spaziale costruito per gli esseri umani si sia mai avventurato», spiega la Nasa.