Dieci parlamentari del Carroccio hanno scritto un’interpellanza al governo che domani sarà presentata in Commissione finanze della camera e quindi all’Authority dei mercati dopo le forti vendite sul titolo dietro cui si temono giochi allo scoperto.
da del 15/07/2020 13:23
di Elena Dal Maso
Dieci parlamentari della Lega, a partire da Massimo Bitonci, Giulio Centemero e Laura Cavandoli, hanno scritto un’interpellanza al Mef sul caso Atlantia, che domani presenteranno alla Commissione Finanze della Camera e che poi invieranno sotto forma di esposto alla Consob.
La nota parte dalla premessa che questa settimana “la diffusione di notizie confuse in merito ad Atlantia ha fatto registrare considerevoli perdite sul mercato azionario, con un calo non solo del 15,18% delle azioni per un importo pari a 1,7 miliardi di euro, ma anche delle obbligazioni della società controllata Aspi, con il bond in scadenza a giugno 2023 in perdita di 1,2 centesimi, sceso fino a 94 centesimi“.
Il testo poi ricorda che nel corso dell’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, che ha avuto luogo lo scorso 14 luglio, il presidente della Consob, Paolo Savona, ha ammesso, proprio in riferimento ad Autostrade per l’Italia, l’esistenza di “fattori oggettivi che possono giustificare vendite allo scoperto per tre mesi, a seguito di un crollo dei titoli superiore al dieci per cento”.
I parlamentari della Lega si riallacciano al fatto che nella prima fase della crisi pandemica da Covid-19, le vendite allo scoperto hanno determinato “una stortura del mercato: l’Italia è stato l’unico Paese europeo ad intervenire tempestivamente al fine di scongiurare ed evitare un forte incremento delle volatilità e delle speculazioni finanziarie a danno soprattutto dei risparmi degli italiani”.
In tal senso, il 45% dell’azionariato di Atlantia è di fatto in mano ai piccoli azionisti, “che risultano essere i più colpiti durante tutto il periodo di trattative, a causa proprio delle incaute dichiarazioni che hanno provocato oscillazioni dei prezzi di mercato, in contrasto alla cultura di uno Stato di diritto e alla tutela del risparmio, garantita dall’articolo 47 della Costituzione”.
Nell’attuale fase di emergenza economica legata a quella sanitaria, che comporta “per molti piccoli risparmiatori un aggravio psicologico ed un maggior senso di precarietà sulle scelte quotidiane e future, personali e familiari”, i dieci leghisti mettono in evidenza che “talune dichiarazioni non possono che essere sprovvedute e avventate lasciando prefigurare persino l’ipotesi di un reato di abuso di mercato”. E di conseguenza chiedono al governo “quali iniziative di propria competenza intenda urgentemente adottare nell’ottica di tutelare la libera iniziativa di mercato e, in particolar modo, i piccoli imprenditori”.