BANCHE E ASSICURAZIONI
Il calo degli sportelli attivi, circa 2 mila filiali in meno in Italia, ha inciso sul drastico taglio del personale degli istituti di credito. I tagli maggiori si sono registrati nel mondo delle popolari.
di Giacomo Berengario da Milano Finanza.it del 25/10/2019 17:36
A fine 2018, il cost/income delle banche italiane è migliorato al 66,9% rispetto al 75,1% dell’anno precedente. E’ quanto rileva la 45esima edizione delle Principali Società Italiane redatta dall’ufficio Studi di Mediobanca . Nel dettaglio, gli esperti di piazzetta Cuccia hanno messo in evidenza come su questo fronte le banche commerciali siano al vertice di settore (65,9%), mentre più attardate risultano le Bcc (75,1%) e le popolari (72,3%).
Tra le ragioni che giustificano la compressione di questo parametro, in particolare, viene messa in evidenza la riduzione degli sportelli: nel 2018 sono state quasi 2mila le filiali che hanno chiuso i battenti, trend che ha portato il numero complessivo a 24.441 unità. A tagliare di più sono state le banche popolari (-10,7%) seguite dagli istituti commerciali (-7,7%). In media ci sono 11 dipendenti per sportello, con le Bcc che su questo fronte appaiono più snelle (7 dipendenti).
Parallelamente, la forza lavoro è calata del 3,1%, con una perdita di quasi 9mila posti. Le banche commerciali hanno ridotto gli organici del 4% (poco meno di 7mila unità), mentre le popolari hanno tagliato la forza lavoro del 3% (poco meno di 2mila unità). In leggero calo anche gli organici delle bcc. Negli ultimi dieci anni, il taglio occupazionale è stato di circa 51 mila unità (-17,4%), in larga parte dovuto all’incentivazione all’esodo.
Analizzando il conto economico degli istituti di credito italiani, Mediobanca R&S ha evidenziato inoltre come nel 2018 il margine d’interesse sia cresciuto del 6,1% a livello tendenziale e come anche i dividendi incassati siano saliti dell’8,4%.
Contestualmente, si è registrata una sostanziale flessione dei ricavi commissionali (-1,5%) e del trading, quasi dimezzato, passato da 1,2 a 0,7 miliardi. In crescita del 2,1% sono poi segnalati i ricavi, mentre costo del lavoro e oneri amministrativi si riducono rispettivamente del 9,6% e del 7,1%.
L’analisi della merchant milanese si sofferma poi sulle svalutazioni dei crediti, diminuite del 46,4% a 10,6 miliardi. Rispetto ai ricavi, la loro incidenza è contestualmente calata dal 30,6% del 2017 al 16,1% del 2018. Infine, il risultato corrente è cresciuto a 11,6 miliardi.