CRONACA ROMA
La giovane con un’amica si erano appartate vicino alle mura antiche dopo la chiusura dei locali. Cercavano un bagno ma sono state avvicinate da un tunisino armato di cacciavite: ad allontanarlo «un omone sbucato dal nulla che parlava italiano».
La movida a piazza dell’Immacolata sabato scorso (foto Claudio Guaitoli)
È scappato prima dell’arrivo delle volanti. Fuggito nella notte di San Lorenzo, mentre le spazzatrici dell’Ama ripulivano le strade dai resti della movida. Un omone alto e grosso, «che parlava italiano», raccontano le due giovani che lo sconosciuto ha soccorso il 29 maggio scorso fra via dei Sardi e via dei Marsi, allontanando un molestatore che ne ha minacciata una con un cacciavite tentando un approccio sessuale. Un paio di schiaffi, in stile «Lo chiamavano Jeeg Robot», il film cult di Gabriele Mainetti con Claudio Santamaria e Luca Marinelli, non a Tor Bella Monaca ma vicino alle mura antiche dove le vittime si erano appartate poco prima per un bisogno impellente fra le auto in sosta, «perché tutti i locali erano già chiusi», hanno spiegato poi. E proprio di questo ha approfittato il 30enne tunisino, con numerosi alias, che ne ha puntata una in particolare.
L’aggressore si è però trovato davanti il «giustiziere», spuntato dal nulla dopo che le ragazze si sono messe a gridare. «Che vuoi?», gli ha chiesto deciso e il maniaco, preso alla sprovvista, ha lasciato perdere la giovane che fino a quel momento minacciava col cacciavite. Ha provato a giustificarsi dicendo di essere un amico della ragazza, «io la conosco bene», avrebbe aggiunto, sempre secondo la versione delle vittime, ma la 25enne ha ovviamente negato tutto. Ed è stato allora che la difesa dello sconosciuto si è fatta più forte, tanto da mettere in fuga il tunisino poi bloccato dalle volanti del commissariato San Lorenzo: tre pattuglie che si trovavano come ogni notte in zona per vigilare sulla movida e sul ripristino del decoro della zona dopo la movida.
Lunedì scorso, davanti al gip, il 30enne ha continuato a dire bugie, a fornire false identità: è finito in carcere per tentata violenza sessuale, ma si è anche beccato una denuncia per aver fornito false generalità. È stato identificato lo stesso, ha numerosi precedenti di polizia.
Uno sbandato che si aggira attorno alla stazione Termini e che l’altra notte si è avventurato per i vicoli di San Lorenzo, forse proprio per rapinare passanti.
Intanto però a San Lorenzo tutti si chiedono chi sia il salvatore delle ragazze. Uno che abita da quelle parti? Anche lui uno sbandato, ma non un balordo? E perché è fuggito dopo che due passanti avevano assistito alla scena chiamando il 112? Fra le ipotesi quella che lo stesso «giustiziere» possa avere qualche conto in sospeso con la legge, che si tratti forse di un clandestino, non in regola con il permesso di soggiorno e quindi a rischio espulsione, o magari un detenuto evaso dai domiciliari per qualche sua necessità.
Oppure, più semplicemente, qualcuno che non vuole essere coinvolto in una vicenda giudiziaria, con verbali da riempire e testimonianze da fornire, che è andato via non appena ha capito che ormai per l’aggressore era finita. Comunque se non proprio un supereroe, un’ombra di sicurezza sul rione.
31 maggio 2022 (modifica il 31 maggio 2022 | 14:31)