Corriere della Sera ROMA
di Giuseppe Pullara
L’archistar milanese sarà a capo del laboratorio Roma50, che proporrà progetti per il futuro della città. Il Comune ha affidato altri incarichi al torinese Ratti e a Cucinella, di formazione genovese. Tutti professionisti del nord Italia.
Il Bosco verticale di Milano, una delle opere più note di Boeri
È arrivato un altro Marziano a Roma, dopo quello di Ennio Flaiano. Si chiama Stefano Boeri, è l’architetto del Bosco Verticale (torre residenziale meneghina con balconi a giardino), milanese che più non si può. Dal Sindaco ha avuto l’incarico di reimpostare le periferie romane, e lui ha scelto il modello Garbatella. Dietro la scelta di Gualtieri pare ci sia il Ministro Franceschini.
Con 20mila architetti de’ Noantri c’era bisogno di scegliere un Estraneo? Tutte le istituzioni locali «architettoniche» e molti progettisti romani di vaglia hanno alzato i vessilli di guerra e hanno portato la loro protesta in Campidoglio.
A Roma stanno piovendo per iniziative urbanistiche molti capitali finanziari in vista del Giubileo e di Expo 2030. Sembra che anche per ragioni di marketing si sentano più garantiti dagli architetti del Nord, e lo avrebbero fatto sapere al Ministro.
A Carlo Ratti, torinese, è stato affidato il progetto Expo a Tor Vergata. Già di Boeri è il nuovo ingresso alla Domus Aurea, Mario Cucinella di formazione genovese ha appena consegnato il nuovo rettorato di Roma Tre.
Se continua così – dicono i Noantri – saremo spinti ai margini di ogni iniziativa. E poi, Boeri che si rifà alla Garbatella, modello proposto – annotano i Quiriti – una dozzina d’anni fa dal celebre architetto «vernacolare» Léon Krieg sul quale puntava Alemanno sindaco di destra. «No pasaràn» giurano – ma in fondo sperano – i nostri campioni.
31 luglio 2022 (modifica il 31 luglio 2022 | 08:40)