Ecco le società che a Milano si sono distinte per performance sui listini nella giornata di mercoledì 14 settembre: Banco Bpm, Nexi e Ferrari
da del 14/09/2022
di Rossella Savojardo
La piazza milanese resta la migliore del Vecchio continente anche in chiusura di seduta (+0,53%) mentre Francoforte, Londra e Parigi vanno giù, rispettivamente, dell’1,17%, dell’1,47% e dello 0,37%. Dall’altra parte dell’oceano, Wall Street viaggia in territorio positivo (+0,55% l’S&P) provando a risollevare il sentiment del mercato dopo i cali generalizzati della vigilia quando l‘S&P 500 ha registrato la sua peggior seduta dell’anno (-4,32% a 3.932 punti). A spezzare l’umore positivo delle borse europee, che si era innescato in seguito all’annuncio del maxi rialzo dei tassi della Bce dell‘8 settembre che aveva a sua volta spinto le banche, è stato ieri il dato sull’inflazione americana: la crescita ulteriore all‘8,3% ad agosto, superiore alle stime, ha di nuovo innescato timori per un imminente aumento dei tassi della Federal Reserve.
A spingere il Ftse Mib sono ancora le banche
L’indice principale di Piazza Affari ha incrementa i rialzi nella seconda parte della mattinata sostenuto dall’accelerazione dei bancari: Banco Bpm +3,16%, Bper +3,76%, Unicredit +2,4%, Fineco +2,8%, Unicredit +2,62%, Intesa Sanpaolo +1,01%, Mediobanca +1,02%. In cima al listino anche Nexi (+3,76%) e l’auto: Stellantis sale dello 0,9% dopo aver annunciato di aver stipulato un accordo con General Motors per il riacquisto di azioni relativo a 69,1 milioni di azioni ordinarie. In netto rialzo anche Ferrari (+2,53%) che il 13 settembre dopo mesi di anticipazioni ha finalmente svelato Purosangue, il suo primo Suv.
L’incertezza della crisi energetica lascia in rosso le utility
In fondo al Ftse Mib si classificano invece le utilities: Hera -3,61%, A2a -2,76%, Italgas -1,8%. A pesare sui titoli sono la crisi energetica e le proposte che la Commissione Europea sta portando avanti per contrastare l’emergenza. Tra i punti principali c’è la Riforma al Mercato Elettrico, la redistribuzione degli extraprofitti delle Società energetiche e la riduzione delle entrate dei generatori di energia rinnovabili.
Intanto il prezzo del gas è tornato a salire a 209 euro al megawattora (+5%), mentre il petrolio tratta in frazionale rialzo con il Brent a 93 dollari al barile e il Wti a 87 dollari.