Verso una IRI 2.0. Entra in vigore lo strumento «Patrimonio destinato». Con esso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) interverrà nel capitale delle grandi imprese in difficoltà a causa della crisi da Covid-19
da del 12/03/2021
di Bruno Pagamici e Luigi Chiarello
PANORAMICHE AEREE DI ROMA
Verso una IRI 2.0. Entra in vigore lo strumento «Patrimonio destinato». Con esso il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) interverrà nel Capitale delle Grandi Imprese in difficoltà a causa della crisi da Covid-19. E lo farà attraverso la partecipazione ad aumenti di capitale, la sottoscrizione di Prestiti Obbligazionari con Obbligo di Conversione e di Prestiti Obbligazionari Subordinati Convertibili. Il tutto potendo contare su una Dotazione Patrimoniale da 44 miliardi di euro. Ma andiamo con ordine.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 59 del 10 marzo 2021 è stato Pubblicato il Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze, datato 3 febbraio 2021 e attuativo dell’articolo 27 del decreto legge Rilancio (n. 34/2020, convertito dalla legge n. 77/2020); il provvedimento (che ItaliaOggi aveva anticipato il 20 novembre scorso) mira ad evitare il rischio che le società con più di 50 milioni di fatturato operanti in aree strategiche dell’economia possano perdere la continuità aziendale.
Patrimonio Destinato, dicevamo, è una società veicolo ad hoc con una dotazione di 44 miliardi di euro, sulla cui operatività è intervenuta con parere favorevole la Commissione Europea (decisione 32020/9121, che consente interventi in regime di Quadro temporaneo); introdotta nell’Ordinamento italiano dal Decreto Rilancio, la società verrà gestita da Cassa depositi e prestiti (Cdp). Gli interventi di sostegno e ricapitalizzazione dovranno essere effettuati entro il 30 giugno e entro il 30 settembre 2021.
Lo strumento avrà durata massima di 12 anni e potrà intervenire anche nell’ambito di Operazioni di Ristrutturazione di Società che, nonostante temporanei squilibri patrimoniali o finanziari, siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività.
Gli obiettivi e gli strumenti. Con la Nuova Società Veicolo lo Stato italiano punta a sostenere il rafforzamento e il consolidamento patrimoniale delle Imprese italiane che hanno un fatturato sopra i 50 milioni di euro e Operano in aree strategiche dell’Economia, attraverso le seguenti operazioni di ricapitalizzazione:
a) la partecipazione ad aumenti di capitale;
b) la sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati con obbligo di conversione;
c) la sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati convertibili;
d) la sottoscrizione di prestiti obbligazionari subordinati.
La sottoscrizione dei contratti da parte del Patrimonio Destinato dovrà essere effettuata entro il 30 settembre 2021 relativamente agli interventi a), b), c) ed entro il 30 giugno 2021 per gli interventi d).
Gli interventi di cui alle lettere a), b) e c) non potranno superare il minimo necessario per garantire la continuità dell’impresa beneficiaria e in ogni caso non potranno andare oltre il ripristino della struttura patrimoniale dell’impresa beneficiaria alla data del 31 dicembre 2019, da intendersi come il ripristino del rapporto tra indebitamento e patrimonio netto a tale data; pertanto l’importo massimo dell’intervento corrisponderà al minore tra quelli risultanti dall’applicazione dei seguenti indicatori:
a) l’importo necessario al ripristino del rapporto tra indebitamento e patrimonio netto dell’impresa beneficiaria;
b) l’importo necessario al ripristino del rapporto tra indebitamento e patrimonio netto dell’impresa beneficiaria a quello registrato al 31 dicembre 2019;
c) l’importo necessario al ripristino del rapporto tra la posizione finanziaria netta e il margine operativo lordo ad un valore pari a 3 (scostamento massimo 10%).
Beneficiari e requisiti di accesso. Potranno beneficiare di Patrimonio Destinato le Società per Azioni, anche con azioni quotate in mercati regolamentati, comprese quelle costituite in forma cooperativa, che hanno sede legale in Italia e un fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro.
Per gli interventi di cui alle lettere a), b) e c) occorrerà soddisfare i seguenti requisiti:
i) in assenza dell’intervento, la società rischia di perdere la continuità aziendale (quando il rapporto tra l’indebitamento e il patrimonio netto ovvero tra l’indebitamento e il margine operativo lordo dell’impresa richiedente risulti essere maggiore rispetto al livello normalizzato specifico del settore in cui opera l’impresa);
ii) l’intervento contribuisce ad evitare difficoltà di ordine sociale e considerevoli perdite di posti di lavoro qualora l’impresa richiedente appartenga ad almeno una delle seguenti categorie: ferrovie; strade e autostrade; sistemi di trasporto rapido di massa per le aree metropolitane; porti e interporti; aeroporti; ciclovie, settori della difesa, delle infrastrutture, dei trasporti, della comunicazione; dell’energia; della ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnologico, del turistico-alberghiero, dell’agroalimentare e della distribuzione, della gestione di beni culturali e artistici.
Al di fuori delle società operanti nei predetti settori, sono di rilevante interesse nazionale le Società con un fatturato annuo netto non inferiore a 300 milioni di euro e le imprese che rientrano nel 30% delle imprese con maggior numero di dipendenti nella Provincia dove è situata la propria sede legale ovvero la sede dello Stabilimento Produttivo.
L’impresa inoltre deve essere stata impossibilitata a reperire finanziamenti sui mercati a condizioni accessibili, non deve essere “in difficoltà” alla data del 31 dicembre 2019 e non deve essere Società a partecipazione pubblica.