Il provvedimento inizierà l’iter parlamentare dopo la pausa elettorale. Dopo il caso dei rigassificatori, si accendono i riflettori sull’eliminazione del diritto di voto al Ministero della Cultura e della valutazione di impatto ambientale per i fili elettrici.
da del 3 GIUGNO 2022 17:31
A cura di Stefano Iannaccone
Cavi dell’elettricità ovunque, sotto terra, e un Ministero della Cultura depotenziato nel ruolo di controllore. In pratica ridotto a una funzione ancillare. Senza dimenticare un intervento che riduce anche le verifiche sui tralicci, su cui almeno resiste qualche paletto grazie a una vecchia normativa.
Insomma, il Decreto Aiuti presenta un altro conto alla tutela ambientale, beffando l’ultima riforma che ha inserito proprio “la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni” nel dettato costituzionale. Al momento il provvedimento è parcheggiato in Commissione Bilancio a Montecitorio, complice il ponte del 2 giugno che si è saldato con lo stop ai lavori nell’ultima settimana di campagna elettorale per le Amministrative.
Tutto è slittato a lunedì 13 giugno, dopo lo scrutinio del primo turno. Il clima al rientro si annuncia infuocato, non solo per la questione dell’inceneritore a Roma che rischia di mettere in difficoltà il Governo per la contrarietà del Movimento 5 Stelle.
Il motivo è più ampio: il provvedimento voluto dal Governo prende la direzione di eliminare i passaggi che garantiscono la salvaguardia del paesaggio e del patrimonio archeologico. Oltre al sostanziale svincolamento dai controlli in materia di rigassificatori, che Fanpage ha già raccontato, c’è di più. L’indebolimento della Via (Valutazione d’impatto ambientale) si verifica a un ulteriore livello: viene eliminata infatti per “la realizzazione di elettrodotti aerei con tensione superiore a 150kv”.
Tutto è slittato a lunedì 13 giugno, dopo lo scrutinio del primo turno. Il clima al rientro si annuncia infuocato, non solo per la questione dell’inceneritore a Roma che rischia di mettere in difficoltà il governo per la contrarietà del Movimento 5 Stelle.
A cosa si riferisce? Ai tralicci dell’alta tensione, che hanno un evidente impatto sul paesaggio e più in generale – per la loro realizzazione – sull’ambiente. Nel caso specifico, tuttavia, viene conservata la possibilità di chiedere la Via per interventi simili.
Ma d’altra parte lungo le zone più belle dell’Italia, anche in luoghi turistici che puntano sulle bellezze naturali sotto il profilo dell’economia, viene concessa la possibilità di mettere dei cavi elettrici interrati, sia in sostituzione dei tralicci che di nuova installazione. L’obiettivo sarebbe nobile: eliminare i pali per sostituirli con fili sotterranei. Il cambiamento non convince tutti, a cominciare dai deputati di Alternativa, che hanno predisposto una serie di emendamenti per correggere il tiro del governo. “Non c’è una preclusione a priori rispetto a questo tipo di intervento che ha un intento migliorativo”, esordisce Giovanni Vianello, deputato di Alternativa. “Ma – aggiunge – la questione è che servono comunque i controlli per conoscere l’impatto dell’installazione di questi cavi. È fondamentale capire su quali territori si interviene”.