Dal 12/3 su Disney+ docu su ragazzi creatori innovative start-up
Di Francesca Pierleoni
da ROMA 09 marzo 2021 09:20 NEWS
Una piattaforma che trova tutte le soluzioni abitative più pratiche e convenienti per gli studenti in Kenya; un’app che permette ai pazienti non udenti di comunicare con i propri medici e un’altra che dovrebbe indicare il motivo del pianto del proprio bambino. Un’innovativa industria chimica che punta sull’energia solare e un’impresa che prepara e ‘recapita‘ feste a sorpresa commissionate da chi è emigrato all’estero, per i propri cari.
Sono le innovative start-up ideate dai cinque protagonisti del documentario La Mia Sfida: Cambiare Il Mondo di Cristina Costantini e Darren Foster che debutterà il 12 marzo in esclusiva su Disney+.
Il film non fiction segue, fino alle finali e alla proclamazione del vincitore, cinque studenti universitari provenienti da diverse parti del mondo designati per rappresentare i rispettivi Paesi alle finali del Global Student Entrepreneur Awards (Gsea), la competizione internazionale che attribuisce, nella finale a Macao, un primo premio di 100.000 dollari, e altri di cifre minori, per permettere a giovani imprenditori proiettati nel futuro di realizzare le loro idee di business e trasformare il mondo.
“Se l’opportunità non bussa alla tua porta, abbattila quella porta”. E’ il motto di Henry giovane mago della programmazione, che grazie alla passione per il computer ha superato da adolescente il trauma di essere bullizzato. Il ragazzo a Nairobi ha cofondato Roometo, app gratuita che per superare il problema diffuso di trovare soluzioni abitative per gli studenti, indica, stanze, ostelli e ogni tipo di alloggio a disposizione nella zona. “Molti credono che in Africa non succeda nulla, ma noi abbiamo gli stessi sogni, la stessa passione la stessa voglia di riuscire che hanno gli altri – sottolinea Henry, che arrivato a Macao, vive una disavventura da scoprire -. Uno dei motivi per cui voglio partecipare a questo concorso è cambiare la percezione sbagliata che molti hanno degli africani”.
La crisi economica e sociale in Venezuela, ha portato l’adolescente Daniela, insieme all’amorevole mamma single che l’ha cresciuta, alla decisione di lasciare da sola il Paese per continuare i suoi studi a New York dove ha creato con l’amica Myriam la Suntetics, azienda chimica rivoluzionaria che si propone di rendere più sostenibili, attraverso l’uso dell’energia solare, tante produzioni ad alto impatto ambientale come il nylon. Un progetto che le permette di vincere le selezioni per rappresentare gli Usa ai Gsea. “Ho la possibilità di rappresentare gli Stati Uniti che danno a molti immigrati una seconda possibilità, ma anche il mio Paese per mostrare che non siamo solo una nazione in crisi” spiega.
Santosh, nepalese, cresciuto in un villaggio agricolo, vuole crearsi un futuro diverso da quelli di molti coetanei, costretti a lasciare il Paese. Fondando la Offering Happiness (Offrendo felicità), in uno Stato con un’altissima percentuale si emigrati, riavvicina a suo modo le coppie e le famiglie, permettendo a chi vive all’estero di programmare regali e offrire feste a sorpresa, di ogni genere ai propri cari.
La portoricana Alondra, come Santosh, non vuole lasciare il suo Paese, nonostante nel 2017 abbia vissuto in prima persona la devastazione portata sull’isola dall’uragano Maria. La ragazza, partendo dall’esperienza di un cugino non udente, ha creato un’app che permette alle persone sorde di comunicare con i propri medici durante le visite. “Quest’app rappresenta per me anche la resilienza di Portorico” sottolinea.
Infine Jason, greco di Salonicco, con alcuni compagni di corso ha realizzato Icry2talk, app che dovrebbe riuscire ad analizzare attraverso l’intelligenza artificiale il pianto del proprio bambino ed indicarne la causa. “L’idea mi è venuta visitando un clinica – racconta – ho visto i neonati così piccoli, e mi sono reso conto di quanto i giovani genitori, senza esperienza, si possano sentire spaesati ad occuparsi di loro”. Dato il momento difficile “che il nostro mondo sta affrontando – hanno spiegato i co-registi Costantini e Foster – questo gruppo entusiasta e determinato di giovani imprenditori sono un raggio di speranza per un futuro migliore e più luminoso”.