Nuovo record di pronunciamenti per l’Arbitro per le controversie finanziarie. Il valore complessivo dei reclami si è attestato a oltre 81 milioni. Forte l’adesione degli intermediari alle decisioni dell’Organo (97%) e confermata la prevalenza di richiedenti nel Nord Italia (42,6%).
da del 03/01/2022 14:14
di Roberto Italia
Il 2021 è stato un anno da record anche per i risarcimenti riconosciuti ai risparmiatori da parte dell‘Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’Organo istituito presso la Consob per la risoluzione stragiudiziale dei contenziosi tra gli intermediari e i loro clienti.
L’anno scorso sono rientrati nelle tasche dei risparmiatori 35,88 milioni di euro, nuovo massimo a fronte dei 28,9 milioni e dei 15,77 milioni restituiti rispettivamente nel 2020 e nel 2019. È salito così ad oltre 120 milioni l’ammontare complessivo dei rimborsi decisi dall‘Acf nel suo primo quinquennio di operatività.
A comunicare i dati sull’attività dell’Ente nello scorso anno è stata la Consob questa mattina.
Sono risultati in rialzo anche il tasso di accoglimento dei ricorsi (69,4% contro i 30,4% rigettati), con una media nel quinquennio del 67,3% di reclami accolti e del 32,7% rigettati. Sono cresciuti notevolmente, inoltre, i volumi dell’attività, anche sul lato decisionale, con un abbattimento dei tempi istruttori e decisionali di quasi il 40% rispetto agli anni precedenti. Confermato, dunque, l’obiettivo di azzerare entro fine 2022 l’arretrato accumulatosi nei primi tre anni di operatività, a seguito di alcuni casi di risparmio tradito che hanno visto fortemente impegnato l’Acf sin dall’avvio della sua attività nel gennaio 2017.
Il valore complessivo dei risarcimenti richiesti si è attestato nel 2021 a poco più di 81 milioni, con una media a ricorso di oltre 51mila euro. La richiesta minima è stata di 10,92 euro, mentre quella massima di 500mila, corrispondente al valore massimo di competenza dell’Acf. Nel complesso, nel quinquennio 2017-2021 sono pervenuti 8.695 ricorsi, con richieste risarcitorie per oltre 480 milioni (circa 56mila euro, in media, a ricorso). In tutto, nel 2021 sono stati conclusi 2.107 procedimenti, a fronte dei 1.582 ricorsi in entrata, portando così a 7.373 il numero dei ricorsi definiti nel quinquennio passato.
Il tasso di adempimento delle decisioni dell’Organo Consob, le quali non sono vincolanti, è rimasto elevato.
La percentuale di spontanea esecuzione delle decisioni dell‘Acf ha sfiorato il 97% dei casi, in tendenziale e costante crescita. Il dato è al netto delle decisioni riferite alle Banche poste in liquidazione o risolte nel biennio 2015-2017, che hanno trovato esecuzione attraverso forme di intervento pubblico legislativamente previste nonché di alcune Banche Popolari emittenti titoli azionari caratterizzati da situazioni di marcata illiquidità. Gli intermediari convenuti dinanzi all‘Arbitro sono stati 87 nel 2021 e 201 in tutto quelli coinvolti nell’intero quinquennio, a fronte dei 1.204 intermediari aderenti al Sistema Acf.
In linea con i dati registrati nell’intero quinquennio, è stata confermata in termini quantitativi la prevalenza di ricorrenti residenti nel Nord del Paese (42,6%), seguiti da vicino dai residenti nelle Regioni Meridionali (38%), mentre sono rimasti distanziati i risparmiatori del Centro (18,6%) e marginale la presenza di ricorrenti residenti all’estero (0,8%).
La percentuale di risparmiatori che hanno optato per l’assistenza di un procuratore si è confermata elevata: il 72% dei ricorrenti nel 2021 rispetto a una media quinquennale del 66%. Come spiegato dalla Consob, “il dato assume valenza segnaletica delle difficoltà che tuttora molti investitori retail incontrano nel farsi promotori e, soprattutto, tutori in prima persona dei propri diritti. Più in generale, rappresenta una cartina di tornasole del livello tuttora insoddisfacente di alfabetizzazione finanziaria di larghi strati della popolazione”.
Per rimuovere queste criticità, “l’Acf intende dare il proprio contributo alla luce dell’esperienza applicativa ormai maturata, mediante la realizzazione, già nel 2022, di iniziative mirate che vadano nella direzione di accrescere il livello di consapevolezza dei piccoli risparmiatori, superando le loro diffidenze e favorendone la migliore partecipazione alla vita economica e allo sviluppo del Paese”.
Le dinamiche relazionali hanno continuato ad essere al Centro dei motivi di conflitto tra risparmiatori ed intermediari. Critica si è rivelata essere, prima di ogni altra, la fase dell’informativa propedeutica alla scelta d’investimento: ciò di cui i risparmiatori spesso si dolgono è l’inadeguatezza del flusso informativo ricevuto per farne scaturire decisioni d’azione effettivamente consapevoli. Su questo fronte, ha sottolineato la Consob, “sono ormai numerose le decisioni assunte dal Collegio dell’Acf, in cui sono stati elaborati orientamenti che, partendo dai casi pratici esaminati, hanno condotto all’elaborazione di principi generali che, correttamente intesi ed applicati, possono rivelarsi particolarmente utili per rimuovere ex ante buona parte dei motivi di contenzioso”.
“Tali principi troveranno speciale evidenziazione anche nella relazione annuale 2021, che sarà pubblicata entro il prossimo 31 marzo ed in cui sarà inserita un’apposita sezione riepilogativa degli orientamenti di maggiore rilevanza elaborati nell’intero primo quinquennio non solo in materia informativa, ma anche per quanto attiene ai comportamenti tanto degli operatori professionali, quanto degli stessi risparmiatori“.