Contributi a fondo perduto in arrivo entro fine giugno, e in pochi giorni sul conto corrente. Il tempo di fare le verifiche, che saranno veloci, per evitare le frodi. E un intervento sulle cartelle inesigibili non con interventi spot, e con il nome di condono, ma con una norma a sistema.
da DEL 26/05/2020
di Cristina Bartelli
Contributi a fondo perduto in arrivo entro fine giugno, e in pochi giorni sul conto corrente. Il tempo di fare le verifiche, che saranno veloci, per evitare le frodi. Un intervento sulle cartelle inesigibili non con interventi spot, e con il nome di condono, ma con una norma a sistema. Mentre si deve ripartire con la riforma fiscale, non solo dell‘Irpef. Sono queste alcune indicazioni che arrivano da Raffaele Russo, senior advisor del ministro dell’economia Roberto Gualtieri, che sulla querelle per la mancata inclusione dei professionisti al contributo del decreto Rilancio, sulla base dei dati del dipartimento delle finanze dice: «non mi sembra che i professionisti non siano stati tenuti in adeguata considerazione in questo provvedimento».
Domanda. I contributi a fondo perduto per imprese con cali di fatturato sono la novità del decreto Rilancio. Quando sarà possibile inoltrare le istanze e soprattutto quando arriveranno i soldi realmente sui conti correnti degli interessati?
Risposta. Ci aspettiamo che la procedura web sarà disponibile per la seconda metà di giugno. La scorsa settimana c’è stato un incontro tra gli intermediari e l‘Agenzia delle entrate, che con il supporto di Sogei, sta sviluppando la piattaforma. Dall’incontro sono emersi spunti molto interessanti per fare in modo che la procedura sia il più semplice possibile e che allo stesso tempo si evitino errori o peggio ancora frodi. Per quanto riguarda i pagamenti, questi dovrebbero avvenire nel giro di pochi giorni dall’invio dell’istanza. Giorni che servono per effettuare dei controlli di coerenza rispetto alle informazioni fornite e ad effettuare materialmente i bonifici verso gli Iban indicati dagli aventi diritto.
D. Il presidente dei commercialisti Massimo Miani ha minacciato lo sciopero e di non far inoltrare dai professionisti per i propri clienti le istanze. I dottori commercialisti, ma anche i consulenti del lavoro, e in generale i rappresentanti dei professionisti con partita Iva, sono increduli nel non essere stati ricompresi nei soggetti intesi come impresa e destinatari del contributo. C è spazio per correggere e ampliare la norma nella legge di conversione del decreto Rilancio?
R. Il Parlamento è sovrano. Ad oggi, il decreto aumenta lo stanziamento per la misura relativa ai professionisti iscritti alle casse di previdenza obbligatoria da 300 milioni a 1 miliardo e 150 milioni. Si prevede che per i professionisti iscritti alla gestione separata dell‘Inps vengano erogati in tutto fino a 2.200 euro per i mesi di marzo, aprile e maggio. Dai dati ufficiali riscontrabili sul sito del Dipartimento delle Finanze emerge che l’85% dei professionisti dichiara ricavi inferiori a 100.000 su base annua e che circa il 95% dichiara ricavi inferiori a 200.000 euro. Se ipotizziamo ricavi costanti nell’anno, in base alla misura sui contributi a fondo perduto, un soggetto con ricavi pari a 60.000 euro all’ anno avrebbe diritto a un contributo pari a circa 1.000 euro, uno con ricavi pari a 100.000 euro all’anno a circa 1.600 euro, ed infine uno con ricavi pari a 180.000 euro a circa 2.200 euro (la stessa cifra massima che riceve un professionista attraverso le indennità su base mensile). Ci sono poi una serie di misure nel cui ambito sono stati ricompresi anche i professionisti, penso ad esempio alla misura sui canoni di locazione per i mesi di marzo aprile e maggio, al credito di imposta sanificazione. Le critiche sono sempre benvenute, se sono costruttive. Ma non mi sembra che i professionisti non siano stati tenuti in adeguata considerazione in questo provvedimento.
D. I professionisti però lamentano di non essere valorizzati per il ruolo che svolgono per il Paese…
R. Mi lasci sottolineare che in questo momento delicato per il paese, sento tanti professionisti che sono al lavoro giorno e notte per far funzionare le misure messe in campo. Ci sono commercialisti e consulenti del lavoro che, visto il rapporto con la propria clientela e la conoscenza della posizione fiscale e previdenziale degli stessi, prevedono di posizionarsi come intermediari nella cedibilità dei crediti di imposta. Che ragionano su come fare in modo che i propri clienti possano utilizzare in modo celere i crediti di imposta sulle locazioni commerciali. Poi ci sono ingegneri, geometri ed architetti che sono al lavoro per far funzionare le misure sull’eco bonus e il sisma bonus. Questi sono segnali incoraggianti.
D. Che ne sarà delle scadenze fiscali del 30 giugno che non sono state toccate dalle sospensioni del decreto Rilancio e anche per le altre scadenze rinviate in massa a settembre. Non si rischia di chiedere a chi non ha liquidità un gravoso esborso? Non è possibile avere un anno bianco fiscale o al più aumentare la possibilità di rateizzare le scadenze?
R. In molti stanno vivendo una situazione difficile da un punto di vista finanziario. Per questo motivo si è deciso di intervenire sull‘Irap, di prevedere maggiore flessibilità nell’utilizzo del metodo previsionale per gli acconti relativi al 2020 e di prevedere in via temporanea la cedibilità di alcuni crediti di imposta. Un anno bianco fiscale è un’idea attraente da un punto di vista comunicativo, ma poi bisogna spiegare come si pensa di sopperire alle mancate entrate e pagare i costi che lo Stato sostiene ogni giorno.
D. Ci sarà spazio per una nuova rottamazione?
R. Non spetta a me dirlo. Ma è sotto gli occhi di tutti che esiste un divario importante tra quelli che in teoria sono crediti fiscali (cartelle esattoriali) e quelli che sono effettivamente esigibili. In tutti gli altri Paesi la cancellazione dei crediti tributari inesigibili avviene su base regolare una volta accertata l’effettiva inesigibilità degli stessi e nessuno si sogna di chiamarlo rottamazione o condono.
D. È il momento di riaprire il cantiere della riforma Irpef?
R. Assolutamente si, e non solo di quella.