Il Wto apre alle ritorsioni sui prodotti americani. Washington ha già imposto dazi per 7,5 mld
Via libera dell’Organizzazione mondiale del commercio all’Unione europea a imporre dazi tariffari sulle merci statunitensi importate in Europa. Le nuove tariffe sull’import dovranno avere valore massimo di quattro miliardi di dollari
da del 03/10/2020
di Luigi Chiarello
Il semaforo verde giunge nell’ambito del contenzioso tra Stati Uniti d’America e Ue per la vicenda relativa agli aiuti, rispettivamente concessi nel tempo, a due costruttori di aeromobili: l’americana Boeing e il sodalizio europeo Airbus.
La nuova scure da quattro mld di dollari sulle esportazioni statunitensi vale come ritorsione Ue alle politiche distorsive della concorrenza attuate dall‘amministrazione Usa. Essa, va ricordato, fa seguito a dazi già autorizzati dal Wto per 7,5 miliardi di dollari, contro le merci europee esportate negli Usa; tariffe che hanno colpito anche le esportazioni italiane (sul versante dei liquori, dei salumi, dei succhi e dei formaggi esportati negli States), nonostante il Belpaese non partecipi al consorzio Airbus (si veda in primis ItaliaOggi del 11/10/2019), con un aggravio del 25% in dogana a partire dal 18 ottobre 2019, per un valore pari a circa 500 mln di euro l’anno. Ora, però, la palla sta per passare all‘Unione europea, che, a seguito dell’indagine Wto, potrà restituire il colpo, scrivendo l’ennesimo capitolo di una disputa che, in seno all’Organizzazione mondiale del commercio, dura da 16 anni. Si tratta della più grande controversia commerciale della storia.
L’ultima decisione, va detto, ancora non ha i crismi dell’ufficialità: gli arbitri Wto ne sono informati e la «sentenza» sarà pubblicata a breve. Ma i colpi in canna per Bruxelles non si esauriscono a questa pronuncia: infatti, ai nuovi dazi per 4 mld di dollari approvati dal Wto si affianca un’altra maxi-sanzione, già autorizzata in passato ai danni di Washington, per ulteriori 4,2 miliardi di dollari. Si tratta di altre tariffe in dogana contro le merci statunitensi, autorizzate per un caso precedente e mai comminate da Bruxelles.
Morale: oggi l’Unione europea potrebbe colpire commercialmente gli Usa con dazi autorizzati per 8,2 mld di dollari, contro i sette mld già messi in campo dall’amministrazione Trump. A riguardo, però, gli Stati Uniti hanno già avvertito che queste tariffe mai utilizzate dall’Unione europea – e frutto di una condanna in seno all’Organizzazione mondiale del commercio comminata per un trattamento fiscale di vantaggio concesso agli esportatori Usa – non sono più valide, perché nel frattempo la legge che ha generato il sistema distorsivo è stata abrogata, nel 2006.
Il Wto, interpellato a riguardo, si è rifiutato di entrare nella querelle delle sanzioni tariffarie mai applicate, limitandosi a sottolineare che non ha nulla da aggiungere rispetto alle sentenze già comminate sul precedente sistema di società estere statunitensi di vendita.
E ora? Appare difficile che la scure europea cali sull’export americano prima delle elezioni presidenziali Usa del 3 novembre. La decisione, come detto, non è ancora ufficiale e Bruxelles vorrebbe evitare di infiammare ulteriormente la campagna elettorale americana con azioni esterne. Certo è che tariffe e contro-tariffe riportano equilibrio tra le parti. Riaprendo paradossalmente le prospettive del negoziato.
Secondo la Coldiretti la decisione del Wto apre uno spiraglio: «Ci sono le condizioni per superare i dazi aggiuntivi Usa», ha detto il presidente Ettore Prandini. «Occorre avviare un dialogo costruttivo ed evitare l’acuirsi di uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti, in un momento drammatico per gli effetti della pandemia», ha aggiunto. «Gli Stati Uniti», rileva palazzo Rospigliosi, «sono il primo mercato extraUe per l’agroalimentare tricolore, per un valore che nel 2019 è risultato pari a 4,7 mld, con un ulteriore aumento del 4,8% nei primi sei mesi del 2020, anche se a giugno le difficoltà causate dal coronavirus hanno fatto segnare una inversione di tendenza (-0,9%)».
Confagricoltura, al contrario, si dice preoccupata: «Il contenzioso ora rischia di aggravarsi». Quindi, palazzo della Valle avverte: «Secondo i dati della Commissione europea, a seguito dei dazi, l‘export agroalimentare degli stati membri verso gli Usa è diminuito di oltre 400 mln di euro nei primi 5 mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2019».