La presidente della Commissione europea continua a invocare l’unità dei 27 Stati membri sulle iniziative da intraprendere per cercare di arginare la seconda ondata di coronavirus: “Nessuno Stato uscirà in sicurezza da questa pandemia fino a quando non lo faranno tutti”
di F. Q. | 28 OTTOBRE 2020
“Molte cose sono state fatte in modo corretto nella prima ondata, però le strategie di deconfinamento sono state troppo veloci. Le misure sono state allentate troppo presto, ecco perché c’é la seconda ondata che non sappiamo neppure se sarà l’ultima”. Suona come un mea culpa condiviso quello della Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, rispondendo alle domande in Conferenza Stampa.
Così il vertice di Palazzo Berlaymont torna a sottolineare che “la situazione del Covid-19 è molto grave. Dobbiamo intensificare la risposta dell’Ue”.
Per questo, annuncia, l’esecutivo europeo ha già pensato a lanciare “ulteriori misure nella nostra lotta contro il virus, dall’aumentare l’accesso a test rapidi e preparare campagne di vaccinazione a facilitare il viaggio sicuro quando necessario – ha aggiunto – Invito gli Stati membri a collaborare strettamente. Misure coraggiose intraprese ora aiuteranno a salvare vite umane. Nessuno Stato membro uscirà in sicurezza da questa pandemia fino a quando non lo faranno tutti”.
È proprio l’unità che von der Leyen invoca più volte nel corso del suo intervento. “Occorre coordinarci – ha aggiunto presentando le misure che domani saranno sul tavolo dei capi di Stato e di governo – In questa crisi tutti abbiamo imparato che la prospettiva meramente nazionale ha i suoi limiti e che invece siamo molto più forti quando agiamo in 27“.
L’ex ministra tedesca è poi tornata sul tema dei vaccini. Innanzitutto ha voluto rispondere a chi si preoccupa per la sicurezza di un eventuale vaccino contro il coronavirus, ribadendo che “non giungeremo a compromessi sulla sicurezza dei vaccini”. Ha poi fornito alcuni numeri: “Nel miglior scenario possibile, gli accordi per l’acquisto anticipato dei vaccini che abbiamo con le società farmaceutiche prevedono un range tra i 20-50 milioni di dosi consegnate ogni mese, da quando le prime società saranno pronte, possibilmente da aprile. Se tutti i candidati che abbiamo per la produzione dei vaccini avessero successo, nel 2021 avremo 1 miliardo e 220 milioni di vaccini. Ma anche se tutti i candidati non dovessero riuscire, potremo vaccinare 700 milioni di persone”.
Quest’anno, quindi, gli italiani si ritroveranno a passare un Natale all’insegna delle restrizioni, in attesa di un vaccino che possa almeno permettere degli allentamenti, mentre in tutta Europa, al momento, i contagi continuano a salire. “Credo che il Natale di quest’anno sarà un Natale diverso, dipende molto dai nostri comportamenti individuali, dipende molto anche dal comportamento regionale e a livello degli Stati membri. Da tutti questi comportamenti dipendono le prossime settimane, ma il Natale di quest’anno sarà diverso”.