In piazza Bocca della verità è sfilata una (piccola) galassia eterogenea e non immediatamente identificabile, dall’estrema destra ai no vax
Un momento della manifestazione romana dei negazionisti – Fotogramma
da di sabato 5 settembre 2020
di MatteoMarcelli
Il negazionismo made in Italy alla fine veste soprattutto la “camicia nera” e a tirare le fila della prima manifestazione no mask del Paese (ieri pomeriggio a Roma), è in gran parte Forza Nuova, storica formazione dell’estrema destra. Non ci sono bandiere però, non di partito almeno, e gli organizzatori ammettono soltanto tricolori. D’altro canto, anche se è vero che Giuliano Castellino – vicesegretario del movimento fascista – sale sul palco accolto come una star e appare il capo popolo indiscusso della giornata, in piazza Bocca della verità sfila una galassia eterogenea e non immediatamente identificabile.
Ci sono gilet arancioni, leghisti, persino qualche esponente dei centri sociali e molte famiglie con bambini, oltre a personaggi improbabili vestiti da alti prelati.
Paragonato agli eventi simili organizzati a Londra o a Berlino nei giorni scorsi, quello di Roma, però, è certamente un flop: un migliaio di persone, forse poco di più, (2.800 per chi ha organizzato, 1.500 per la questura).
Già dalle tre del pomeriggio – l’appuntamento è fissato un’ora dopo – si vedono gruppi sparuti di attivisti alla stazione Termini. La mascherina però ce l’hanno tutti, perché per a arrivare al luogo dell’incontro servono i mezzi e lì non si può fare a meno di indossarla. Pena la multa. In piazza fa molto caldo e il sole di Roma picchia forte sull’asfalto. Anche se lo spazio per mantenere la distanza ci sarebbe, eccome, prima dell’inizio degli interventi sono tutti ammassati all’ombra. I dispositivi di protezione a quel punto spariscono. A indossarli sono solo i giornalisti e in alcuni casi, proprio per questo, vengono presi di mira: «Levati quella maschera, non vedi che è nera? Ti ammali», grida un manifestante a un operatore tv.
In attesa dei comizi previsti, partono i cori “da stadio”. Contro il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ad esempio, ma anche all’indirizzo del premier Giuseppe Conte e del capo dello Stato Sergio Mattarella. Altro bersaglio in voga è il Nuovo ordine mondiale, mentre si inneggia a Donald Trump e al presidente russo Vladimir Putin (le poche bandiere non dell’Italia sono in favore del presidente Usa). C’è perfino chi brucia un’immagine di papa Francesco. A fuoco anche quella di Grillo.
Immancabili le offese ai giornalisti (chiamati “giornalai” o “pennivendoli”), ma il refrain più gettonato riguarda il caso Bibbiano, anche se il tema della protesta dovrebbe essere un altro. “Giù le mani dai bambini” si legge al lato del palco, e poi ancora “Fuori dalle big pharma”. Lo striscione più grande però, che campeggia sul grande parapetto che dà sulla piazza, è quello che incarna l’ambizione più pretenziosa dei manifestanti: “Noi siamo il popolo”.
Sul palco si alternano Sara Cunial, ex parlamentare M5s e attivista no Vax, che si scaglia contro la «dittatura sanitaria»; lo stesso Castellino, che invece prende di mira Soros, Bill Gates e altri tycoon di fama mondiale e poi anche l’ex generale e leader del movimento dei forconi, Antonio Pappalardo. Oltre a diversi personaggi meno conosciuti.
Gli echi della piazza raggiungono il palazzo, e lo scontro attorno ai negazionisti si fa politico. Luigi Di Maio è il primo a commentare, già dalla mattina: «Rabbrividisco all’idea che in questo momento a Roma, c’è una manifestazione negazionista, dicendo che il virus non esiste, che abbiamo scherzato e i 30.000 morti non esistono. Portate rispetto almeno alle famiglie delle vittime» sferza il ministro degli Esteri.
Poi è il turno di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Mi stupisce che non ci sia andato Zingaretti, io me lo ricordo quando a febbraio andava a fare gli aperitivi, dicendo che l’unico virus era il razzismo». Il più duro, però, è il ministro della Salute, Roberto Speranza, che da Potenza ricorda come «l’Italia abbia pagato un prezzo altissimo, anche in termini di vite umane, oltre 35mila persone. Il mondo e tutta l’Europa sono ancora in una situazione molto difficile. Vedere una piazza di negazionisti sinceramente fa rabbrividire».
«Una manifestazione vergognosa – scrive il Pd su Twitter –. Insultate le vittime del Covid, fischiato Mattarella, bruciata foto del Papa. Non vediamo però post di condanna né di Salvini né di Meloni».
Poche ore prima a intervenire sulla questione è invece monsignor Derio Olivero, il vescovo di Pinerolo, contagiato e poi intubato a causa del virus nei giorni più duri della pandemia: «Siamo un Paese democratico e in democrazia non si vieta nemmeno la stupidaggine ma se i negazionisti si presentano senza mascherina e fanno assembramenti vanno bloccati».