ROMA / CRONACA
Un sito con falsa intervista a Draghi invitava a investire 250 euro, ma si scaricava un programma vuoto. La polizia postale cerca l’ideatore del raggiro.
di Giulio De Santis
Spendere 250 euro per diventare ricchi con la creazione attraverso un software di «Bitcoin Era», cryptovaluta che sarebbe capace di garantire tassi del 10mila percento. È l’inganno celato in un sito trappola, sequestrato con l’accusa di truffa, abusivismo finanziario e sostituzione di persona dal pm Maurizio Arcuri per evitare che investitori imprudenti versassero denaro per l’acquisto di un programma fasullo. Che va specificato, non è in grado di creare alcuna moneta. La decisione si è resa indispensabile perché alcune persone (in un numero per ora indeterminato) hanno creduto alla promessa di una ricchezza facile, pagando i 250 euro chiesti per l’acquisto di questo software. A chi si sarebbe sostituito il programmatore di questo imbroglio, la cui identità per ora è sconosciuta?
Al premier italiano Mario Draghi, del tutto all’oscuro di questa vicenda. Chi ha confidato nella bontà dell’investimento, è stato tratto in errore innanzitutto da una falsa intervista rilasciata dall’ex governatore di Banca Italia, dove il fake Draghi consiglia di spendere i 250 euro nell’acquisito del programma perché, dopo averlo comprato, lui ha guadagnato cifre ragguardevoli. Storia del tutto inventata, come l’intervista. C’è un secondo elemento che ha fuorviato i malcapitati acquirenti: il logo (anch’esso fake) del sito su cui è stata pubblicata la fantomatica intervista.
L’ideatore della truffa ha, infatti, ricopiato la grafica del sito di un noto quotidiano nazionale. Questo in breve il meccanismo dell’inganno.
Sulla pagina web l’intervista è collocata in alto, sulla destra dello schermo, facendo in modo che il titolo principale sia una notizia reale per rendere credibile l’insieme. Il lettore apre la pagina dell’intervista, per leggere quanto consiglia il fake.
Nel botta e risposta viene anche indicato il link, dove scaricare il software. Una volta pagati i 250 euro con un conto PayPal, si dà il via al download, solo che una volta terminato, si scopre come si è entrati in possesso di un programma vuoto. L’intervista, seppur farlocca, e la sua divulgazione in una pagina web all’apparenza accreditata, sono stati il mix perfetto per il tranello. Chi ha pensato la trappola? La polizia postale, su delega della Procura, sta provando a risalire al server che ha ospitato il sito fake, con lo scopo di provare ad aiutare chi è caduto in trappola a recuperare i 250 euro. Risalire però alla fonte originaria è un’impresa disseminata di tranelli studiati ad arte dal programmatore per dirottare la ricerca.
30 giugno 2021 | 07:26