Visco porta in assemblea la proposta di un dividendo per le casse pubbliche di quasi 1,7 miliardi, a cui si sommano 1,3 miliardi di imposte. Cala di un terzo il risultato netto, sceso a 5,9 miliardi. Rischio bilanci in rosso nel prossimo biennioI Sognando Bankitalia, ecco chi c’è in corsa per il dopo Visco | Cedola magra da Bankitalia, nel 2023 sarà di 1,2 miliardi in meno rispetto al 2022.
da del 31/03/2023 11:54
di Andrea Pira
Banca d’Italia propone di staccare allo Stato un assegno da 3 miliardi di euro. La cifra è la somma dell’utile residuo ci quasi 1,7 miliardi che l’istituto centrale gira allo Stato, cui si sommano ulteriori 1,3 miliardi di imposte di competenza.
Una cifra più che dimezzata rispetto ai 6,8 miliardi versati lo scorso anno: 5,6 miliardi di profitti, cui si sommano altri 1,2 miliardi di imposte. D’altronde il risultato lordo di Via Nazionale si è ridotto lo scorso anno da 9,2 a 5,9 miliardi. Le ragioni vanno ricercate nella contrazione del margine di interesse per 1,5 miliardi e, per la stessa cifra, nelle maggiori svalutazioni sui titoli valutati a mercato.
Negli ultimi dieci anni, comunque, la somma destinata dall’istituto centrale alle casse pubbliche ha toccato quota 38,2 miliardi, oltre imposte di competenza per 12,8 miliardi.
Le cifre sono state illustrate dal governatore Ignazio Visco nella relazione all’assemblea ordinaria dei partecipanti al capitale di Bankitalia, l’ultima prima della fine del suo mandato a ottobre.
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“Il rialzo dei tassi di riferimento della Bce ha determinato un aumento immediato del costo delle passività di bilancio, rappresentate soprattutto dai depositi delle banche e dal saldo debitorio target, a fronte del quale non vi è stato un corrispondente incremento del rendimento delle attività di politica monetaria, meno sensibili alla crescita dei tassi in quanto costituite prevalentemente da titoli a tasso fisso e scadenza a medio-lungo termine”, ha sottolineato Visco.
“Questa asimmetria incide negativamente sul margine di interesse, che dopo la diminuzione del 2022 è destinato a ridursi ulteriormente nei prossimi anni”, ha aggiunto, “Analogamente alla Bce e ad altre banche centrali dell’Eurosistema, che già da quest’anno li registrano, la Banca d’Italia si troverà nei prossimi anni a dover fronteggiare risultati lordi negativi, prima che gli utili tornino gradualmente a crescere. La politica monetaria è infatti disegnata in funzione del raggiungimento del mandato statutario della stabilità dei prezzi, anche se questo può comportare un temporaneo peggioramento dei risultati economici”
Proprio per fronteggiare eventuali risutlati negativi nel prossimo biennio il fondo rischi generali è stato alimentato con un accontamento di 2,5 miliardi, portando il totale a 35,2 miliardi. Quanto ai 173 partecipati al capitale, l’istituto ha proposta di corrispondere un dividendo di 340 milioni, ossia il 4,5% del capitale.
La situazione patrimoniale di Via Nazionale
Al 2022 l’attivo di bilancio di Bankitalia ammontava ad oltre 1,4 miliardi (1,477 miliardi), in calo del 4% sul 2021. La parte più rilevante dell’attività è ancora rappresentata dai titoli acquistati per finalità di politica monetaria, ha spiegato Visco: 696 miliardi di cui 630 miliardi in titoli italiani.
Le attività detenute per finalità di investimento, 147 miliardi da 150 miliardi del 2021, sono costituite per l’84% da titoli pubblici, per il 12% da azioni e quote di fondi, per il restante 4% da altre attività finanziarie. Sono, invece, diminuite di 97 miliardi le operazioni di rifinanziamento, la cui consistenza si è collocata alla fine dell’anno a 356 miliardi.
La riduzione è stata in larga parte dovuta ai rimborsi anticipati delle operazioni Tltro2, conseguenti alla rimodulazione delle condizioni di remunerazione. Dal lato del passivo del bilancio ha sottolineato Visco «questi rimborsi si sono riflessi nella flessione dei depositi delle istituzioni creditizie, passati da 406 a 246 miliardi».
Alla diminuzione dei depositi si è contrapposto l’aumento di 94 miliardi del saldo passivo della Banca d’Italia nel sistema Target, che ha raggiunto i 684 miliardi. Una crescita è riconducibile soprattutto alle vendite nette di titoli pubblici da parte di investitori esteri e agli investimenti dei residenti italiani in titoli esteri. Il debito Target è sceso nei primi mesi del 2023; in marzo esso è stato in media pari a circa 660 miliardi.