di Redazione Economia 22 luglio 2021
La scadenza
Con il «Decreto Riaperture» è stata posticipata al 31 dicembre 2021 la data di scadenza dello smart working in versione «semplificata» sia nel settore prfino alla fine di luivato che nella pubblica amministrazione. La scadenza precedente era stata fissata fino alla fine d luglio. Ma in cosa consiste la proroga e cosa consentirà? Quali sono le regole e cosa cambia con il green pass?
Cosa dice il decreto sullo smart working
Visto il perdurare della situazione di emergenza legata alla pandemia da Covid-19, il governo ha prorogato i termini per lo smartworking. Si potrà usufruire del lavoro agile in azienda, anche senza un accordo collettivo, fino alla fine dell’anno.
Le modalità di comunicazione del lavoro agile restano quelle già previste utilizzando la procedura semplificata già in uso, per la quale non è necessario allegare alcun accordo con il lavoratore, con modulistica e applicativo informatico resi disponibili dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Come funziona per la Pubblica amministrazione
Anche per la Pubblica amministrazione vale l’estensione fino al 31 dicembre 2021 ma, in un certo senso, lo Stato si è portato avanti anche per dopo l’emergenza sanitaria predisponendo l’obbligo di redigere un Piano organizzativo del lavoro agile. Sia prima che dopo, è ovviamente «necessario garantire che l’erogazione dei servizi rivolti ai cittadini e alle imprese avvenga con regolarità, continuità ed efficienza». Successivamente, dopo quindi la fine dell’anno ed entro il 31 gennaio, tutte le pubbliche amministrazioni dovranno redigere un Piano organizzativo del lavoro agile (POLA) che individuerà le modalità attuative del lavoro prevedendo, per le attività che possono essere svolte in smart working, che almeno il 15% dei dipendenti possa avvalersene. Per chi usufruirà di questa modalità di lavoro, va garantito, sottolinea il decreto che «non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera, definendo le misure organizzative, i requisiti tecnologici, i percorsi formativi del personale, anche dirigenziale, e gli strumenti di rilevazione e di verifica periodica dei risultati conseguiti». In caso di mancata adozione del POLA, il lavoro agile si applicherà almeno al 15% dei dipendenti, ove lo richiedano.
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