Piero Di Lorenzo, presidente dell’Irbm, l’istituto di ricerca di Pomezia che è coinvolto nella realizzazione del vaccino AstraZeneca-Oxford, ha spiegato a Fanpage.it cosa succede dopo la decisione dell’azienda AstraZeneca di annunciare l’emergere di un quadro clinico avverso.
Un caso, su 50mila partecipanti al test, non blocca: “la sperimentazione ovviamente non è stata sospesa, ma sono state bloccate le nuove vaccinazioni nei nuovi paesi. Aspettiamo il parere del comitato scientifico indipendente. Se arriverà entro poche settimane non ci saranno dell’antidoto”
da ATTUALITÀ 9 SETTEMBRE 2020 11:24
di Ida Artiaco
“Non è stata sospesa la sperimentazione, ma sono state bloccate le nuove vaccinazioni nei nuovi paesi. Attualmente è in corso una vaccinazione su 50mila persone in 5 paesi, che va avanti in attesa che si pronunci il comitato scientifico indipendente sull’unico quadro clinico avverso emerso”. Piero Di Lorenzo, presidente di Irbm, l’istituto di ricerca di Pomezia che realizza il vettore virale del vaccino anti-Covid di Oxford, ha spiegato così a Fanpage.it cosa sta succedendo dopo che AstraZeneca, colosso farmaceutico che produce l’antidoto in questione, ha annunciato la sospensione temporanea della sperimentazione a causa di una “reazione avversa in un volontario in Gran Bretagna”. La notizia, diffusa nelle scorse ore, ha fatto immediatamente il giro del mondo, che aspetta con ansia il vaccino che potrebbe mettere la parola fine alla pandemia da Coronavirus
Come ha sottolineato Di Lorenzo, è stato riscontrato un fatto avverso su 50mila volontari che partecipano ai test, che “è stato segnalato come da protocollo al comitato scientifico indipendente, nominato dalle agenzie regolatorie. Ma è una decisione di ruotine, normalmente non si sospende nulla. Si continua la sperimentazione e si aspetta che il comitato scientifico esamini il caso. Potrebbe anche trattarsi di una febbre a 40 che il volontario si è preso a prescindere dal vaccino. Tuttavia – ha aggiunto il numero uno di Irbm -, nel caso specifico, siccome parliamo di un argomento delicato, AstraZeneca ha ritenuto opportuno comunicare quanto successo e che sono state sospese le nuove vaccinazioni nei nuovi paesi che erano in programma. E ciò a mio parere è una riprova del rigore e della severità con cui vengono fatti i test”.
Il parere del comitato scientifico indipendente potrebbe arrivare tra pochi giorni o tra qualche settimana. Ma ciò non dovrebbe comunque ritardare la realizzazione del vaccino e la distribuzione delle prime dosi che secondo Di Lorenzo potrebbero già arrivare a fine 2020. “Se si tratta di qualche settimana – ha concluso il numero uno di Irbm – non ci saranno ritardi sulla tabella di marcia di diffusione dell’antidoto”, confermando quanto già annunciato alla fine dello scorso mese di luglio, quando in una intervista aveva dichiarato: “Entro la fine dell’anno in corso arriveranno milioni di dosi, la copertura entro pochi mesi sarà nel complesso buona, anche se penso che i governi prima organizzeranno la vaccinazione delle categorie più a rischio”.