Il premier ha ribadito la centralità di aiutare i Paesi più poveri per debellare definitivamente la minaccia Covid-19. Ha poi esaltato il ruolo dell’Europa. La crisi non è però finita.
da del 21/05/2021 17:00
di Marco Vignali
Dopo oltre un anno e mezzo dall’inizio della pandemia di Covid-19, finalmente si inizia ad intravederne la fine. E’ con queste parole, ricche di speranza, che ha esordito il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, intervenendo al Global Health Summit. “Purtroppo, in molte altre aree del mondo, la pandemia non accenna a diminuire”, ha aggiunto Draghi, ribadendo il ruolo chiave dell’Unione Europea, che ha già “esportato circa 200 milioni di dosi di vaccini Covid-19 in 90 paesi, circa la metà della sua produzione totale. Tutti gli Stati devono fare lo stesso: dobbiamo revocare i divieti generalizzati di esportazione, soprattutto nei paesi più poveri”, ha detto il premier.
“Purtroppo, molti paesi non possono permettersi di pagare i vaccini e questo è il motivo per cui iniziative come Act Accelerator sono così importanti. Finora l’Italia ha donato 86 milioni di euro a Covax e altri 30 milioni a progetti multilaterali collegati. Oggi sono molto lieto di annunciare che, questa settimana, intendiamo aumentare in modo significativo questo contributo e incrementarlo almeno di 300 milioni di euro”, ha detto Draghi, ribadendo come “dobbiamo aiutare i paesi a basso reddito, compresa l’Africa, a produrre i propri vaccini. Probabilmente avremo bisogno di più cicli di vaccinazione in futuro, e aumentare la produzione è essenziale. Una proposta è quella di introdurre una sospensione dei brevetti sui vaccini Covid-19. L’Italia è aperta a questa idea, in modo mirato, limitato nel tempo e che non metta a repentaglio l’incentivo ad innovare per le aziende farmaceutiche”, ha evidenziato il Premier.
“Il nostro piano per i Paesi a basso reddito deve andare oltre la risposta sanitaria immediata. Oltre alla sconvolgente perdita di vite umane, l’attuale crisi ha avuto pesanti ripercussioni sulle opportunità economiche, sui sistemi educativi e sulle infrastrutture sociali. Il rischio è che la disuguaglianza nell’acceso ai vaccini porti a maggiori disparità di reddito”, ha ulteriormente ribadito Draghi, ricordando che “l’Italia ha promosso una strategia in quattro punti per aiutare i paesi più fragili del mondo. Allocare diritti speciali di prelievo, per sostenere la bilancia dei pagamenti dei Paesi bisognosi, rifornire rapidamente l’Associazione Internazionale per lo Sviluppo, incoraggiare le Banche Multilaterali di Sviluppo a potenziare le loro attività di finanziamento netto, e sospendere temporaneamente i pagamenti relativi al rimborso del debito per proteggere i Paesi bisognosi”.
La crisi globale non è in ogni caso finita, e “dobbiamo agire in fretta, altrimenti questi costi umani, economici e sociali rischiano di salire ancora in modo significativo”, ha detto il Presidente del Consiglio, sottolineando che “la Pandemia da Covid-19 ha devastato le nostre società. Più di 3,4 milioni di persone sono morte a causa del virus secondo i dati ufficiali, ma il bilancio delle vittime è sicuramente molto più alto. L’anno scorso, l’equivalente di 255 milioni di posti di lavoro a tempo pieno sono andati persi a livello globale, pari a circa quattro volte quelli persi durante la crisi finanziaria. Almeno 1,5 miliardi di studenti non avevano frequentato la scuola nel marzo dello scorso anno. Circa 700 milioni di studenti, ancora oggi, non ricevono un’istruzione in presenza”.
Secondo Draghi però “in Europa abbiamo risposto in modo energico e coordinato. I nostri governi e le nostre banche centrali hanno avviato diversi cicli di stimoli fiscali e monetari, che hanno contribuito a salvare posti di lavoro e prevenire fallimenti indesiderati. I nostri scienziati hanno sviluppato una serie di vaccini efficaci, con una velocità senza precedenti. Li stiamo somministrando velocemente, iniziando dagli anziani e dai più fragili, e garantendoli gratuitamente a tutti”, ha sottolineato Draghi.
“Io, come credo la maggior parte degli italiani, voglio riaprire, voglio che le persone tornino a lavorare, a divertirsi, a stare assieme, ma bisogna farlo in sicurezza, cioè calcolando bene il rischio che si corre”, ha invece replicato a chi, nel corso del suo intervento, gli ha chiesto se e quando la Cabina di regia procederà a nuove riaperture. “Stiamo esaminando i dati, che sono abbastanza incoraggianti”, ha riferito il premier, “sia per quanto riguarda le vaccinazioni che per i contagi. “Se l’andamento continuerà in questa direzione, la Cabina di regia procederà con altre aperture. L’importante è essere graduali, prudenza e gradualità”, ha sottolineato Draghi, congratulandosi, infine, con medici e infermieri per come “hanno assistito migliaia di pazienti, spesso in ospedali sovraffollati. La mia gratitudine va a loro per il loro servizio così altruista, che è costato la vita a molti di loro”, ha concluso Draghi.