da Affaritaliani.it-Giovedì, 19 dicembre 2019 – 13:10:00
Più volumi, rafforzamento nel core business dei pagamenti digitali e dei rapporti con il suo principale cliente, preservando però la propria indipendenza (visto che deve continuare ad avere relazioni con il resto del sistema bancario), per Nexi. Cassa, liberare risorse per concentrarsi nelle attività di banca commerciale, assicurazione e wealth management e partecipare tramite i dividendi alle prospettive di forte crescita del settore, invece per Intesa-Sanpaolo. Non più così interessata ad attività dove occorre investire e far crescere i volumi per ottenere ritorni interessanti.
E’ da leggersi così la ratio del closing, dopo le indiscrezioni circolate e poi confermate dai diretti interessati a fine novembre, dell’accordo fra il primo istituto di credito italiano e il leader dei pagamenti digitali controllato dai fondi Advent, Bain e Clessidra, Nexi. Accordo in base al quale il gruppo guidato da Carlo Messina trasferirà a Nexi il proprio ramo aziendale che gestisce le attività di acquiring, ovvero i servizi legati all’autorizzazione dei pagamenti effettuati attraverso carte dicredito e di debito (su Pos) offerti a oltre 380 mila punti vendita. Conferimento (a una controllata di Nexi) valutato un miliardo di euro.
Intesa poi venderà a Nexi le azioni ricevute a fronte del conferimento e, con parte del corrispettivo di denaro ricevuto, acquisterà poi da Mercury UK, ovvero la scatola societaria che racchiude le partecipazioni dei fondi e socia di riferimento di Nexi, il 9,9% del capitale per un ammontare di 653 milioni di euro. Com’era già accaduto quando Cà de Sass e la società guidata da Paolo Bortoluzzo, avevano confermato i contatti, il mercato ha fatto subito scattare gli acquisti su entrambi i titoli.
Il rialzo maggiore però è stato di Nexi, anche per il processo di consolidamento in atto nel settore dei sistemi di pagamento, che Intesa con la propria mossa conferma: dopo la notizia dell’accordo, il titolo infatti è salito immediatamente in cima al listino di Piazza Affari con un +3,2% a 11,292 euro, mentre le azioni Intesa Sanpaolo sono salite dell’1,19%.
Nel 2018, all’attività oggetto di conferimento di Intesa erano riconducibili proventi operativi netti per circa 74 milioni di euro, un risultato della gestione operativa di circa 72 milioni e un utile netto di circa 48 milioni. Secondo alcune indiscrezioni, Messina è pronto a reinvestire già parte della cassa realizzata con l’operazione per rafforzarsi nel settore delle polizze e dunque far salire ancora i ricavi commissionali. Leva che Banca Intesa ha deciso di azionare in maniera consistente nell’epoca dei tassi a zero che erode il margine di interesse della gestine caratteristica
Il board dell’istituto di credito infatti sta valutando l’acquisto di una quota di maggioranza di Rbm Assicurazioni Salute.
Nel dettaglio l’operazione prevedrebbe l’acquisto del 50% più un’azione di uno dei gruppi leader in Italia nel settore delle polizze sanitarie, per una cifra vicina ai 300 milioni.
Rbm Salute, nata nel 2011 con l’acquisizione di Dkv da parte di Rb Hold di Roberto Favaretto, è un gruppo che gestisce premi per oltre 500 milioni e conta su un buon flusso di raccolta premi che deriva da un’ampia platea di assistiti grazie agli accordi esistenti con i principali fondi sanitari integrativi contrattuali, casse assistenziali, enti pubblici, casse professionali. Tra Intesa Sanpaolo e il gruppo Rbm esistono già collaborazioni tra cui l’intesa sulle coperture sanitarie dei dipendenti della banca, gestite dalla compagnia.