Il presidente degli Stati Uniti ha parlato per la prima volta in pubblico dopo il raid che ha causato la morte del generale iraniano
AGI.it 22:55, 03 gennaio 2020
DONALD TRUMP IRAN QASSEM SOLEIMANI
“Non vogliamo un cambio di regime in Iran”. Lo ha detto il presidente Usa, Donald Trump, parlando per la prima volta in pubblico dopo il raid che ha causato la morte del generale iraniano Soleimani. “La scorsa notte abbiamo agito per fermare una guerra, non per iniziarla”, ha assicurato Trump. “Il regno di terrore” di Soleimani “è finito”: ha aggiunto poi il presidente Usa, Donald Trump, assicurando che il generale iraniano ucciso in un raid Usa a Baghdad preparava altri attacchi. Parlando dalla sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida, Trump ha spiegato di aver autorizzato il raid perché Soleimani stava pianificando “attacchi imminenti e sinistri” contro gli americani. “L’abbiamo colto in flagrante”, Soleimani, “avrebbe dovuto essere ucciso dai miei predecessori”, ha aggiunto.
“Le aggressioni del regime iraniano nella regione, incluso l’uso di combattenti per destabilizzare i suoi vicini, devono terminare, e devono terminare ora”, avverte poi Trump. Il presidente Usa ha assicurato che Washington è pronta a far fronte a qualsiasi risposta militare dell’Iran. “Gli Stati Uniti hanno di gran lunga il miglior esercito del mondo; abbiamo la migliore intelligence del mondo. Se gli americani di tutto il mondo sono minacciati, abbiamo già identificato degli obiettivi. E sono pronto a intraprendere qualsiasi azione necessaria, in particolare nei confronti dell’Iran”, ha ammonito.
Alla Cnn invece un funzionario del Dipartimento di Stato americano fa sapere che gli Usa sono “pronti a parlare con gli iraniani”. “Abbiamo provato a farlo in passato” ed è una opzione “sul tavolo”, ha aggiunto.
Sempre la Cnn, citando fonti della Casa Bianca, anticipa che il governo americano inserirà il gruppo Khazali nella “lista nera” delle organizzazioni terroristiche. Chiamato anche Aah o Asa’ib Ahl al-Haq, quello dei Fratelli Khzali è un gruppo paramilitare sciita iracheno considerato vicino all’Iran e ritenuto responsabile della morte di molti soldati americani.
Il gruppo,che ha preso il nome dal fondatore, Qais Hadi al-Khazali, 45 anni, iracheno, catturato dalle forze britanniche nel 2006 e rilasciato nel 2010, avrebbe svolto un ruolo chiave in Iraq, infiltrandosi nel corpo politico e militare del Paese. A dicembre il dipartimento del Tesoro americano aveva accusato proprio Khazali di gravi violazioni di diritti umani in Iraq
.Tre giorni fa, il 31 dicembre, il segretario di Stato, Mike Pompeo, lo aveva inserito tra i responsabili dell’attacco all‘ambasciata americana a Baghdad. Secondo fonti americane, l’organizzazione sarebbe stata sotto il controllo del generale iraniano Qasem Soleimani, morto l’altra notte nel corso di un raid americano a Bagdad.