Obiettivo il sito del ministero. Secondo un portavoce non si può escludere che si tratti di un attacco mirato da parte di un altro Stato
AGI.it 11:27, 05 gennaio 2020
di Roberto Brunelli
Gli esperti di sicurezza austriaci ricordano le difficoltà nell’individuare gli autori di simili attacchi, dato che vi sono molte possibilità per “dissimulare le proprie tracce e di lasciare dietro di sé falsi indizi”. Peraltro non sono stati forniti dettagli circa la natura del cyber-attacco. A quanto affermano i media austriaci, le possibilità vanno dal cosiddetto “Distributed denial of service” (Ddos), nel quale i vari sistemi vengono messi in ginocchio di un gran numero di richieste contemporanee d’accesso, ad un tentativo mirato di penetrare la rete del ministero, nel qual caso si suppone che l’obiettivo sia quello dello spionaggio.
Sempre a quanto scrive lo Standard, la homepage del ministero stesso non sembra mostrare i segni dell’attacco, dato che è rimasta sempre accessibile, così come sono sempre rimasti disponibili come per esempio le informazioni per i viaggiatori e similari. Proprio per prevenire e affrontare situazioni del genere, le autorità viennesi avevano messo in piedi una speciale “commissione di coordinamento” che anche in questo caso si è immediatamente attivata per monitorare “a tutti i livelli” le strutture informatiche del governo in tutto il Paese. Non è la prima volta che l’Austria è vittima di cyber-offensive.
Lo scorso settembre, subito prima delle elezioni nazionali, il partito popolare guidato da Sebastian Kurz (Oevp) ha segnalato “un attacco mirato” alla struttura informatica del proprio quartier generale: sin dalla fine di luglio qualcuno era riuscito a penetrare la rete dell’Oevp riuscendo ad “esfiltrare” entro la fine di settembre ben 1,3 terabyte di dati.
In questo caso, le tracce portano in Francia, visto che i dati erano stati trasferiti da un server transalpino. Un episodio simile si era registrato anche prima delle elezioni parlamentari del 2017, sempre a danno dell’Oevp. L’anno precedente ad esser stati presi di mira erano stati i siti del Parlamento austriaco e di diversi ministeri: in quel caso si trattava appunto di attacchi Ddos (Distributed denial of service). Nel luglio del 2011, gli hacker colpirono i siti web della Spoe, il partito socialdemocratico, e dell‘Fpoe, la formazione di ultradestra: sulle rispettive homepage era apparso per ore il logo del gruppo “Anonymous”.