CRONACA ROMA
Stanziati dal Comune 11 milioni di euro per comprare lo stabile occupato da vent’anni. Chi ha i requisiti non lascerà gli alloggi.
Se me lo avessero detto vent’anni fa, quando abbiamo occupato, non ci avrei creduto. Sapere di poter restare qui è una vittoria, una gioia immensa». Mohammed, 54 anni, marocchino di nascita e italiano d’adozione – «l’Italia è il mio paese, non scherziamo» -, dopo un po’ di diffidenza iniziale perché «i giornalisti non sempre si sono comportati bene con noi», ci apre il portone e ci accompagna nell’ex caserma militare di via del Porto Fluviale, il primo immobile occupato che il Comune ha deciso di comprare e ristrutturare per fare appartamenti popolari che saranno poi assegnati a tutti gli attuali occupanti.
All’interno vivono una cinquantina di famiglie, circa 150 persone; ci sono italiani, ma anche africani e sudamericani. Tutti, purché in possesso dei requisiti necessari all’ottenimento di un alloggio di edilizia residenziale pubblica, potranno restare in questo posto e la loro occupazione sarà legalizzata. La delibera dell’Assemblea Capitolina risale a ottobre, il costo dell’operazione è di 11 milioni, soldi che il Comune ha attinto dal Pnrr attraverso un bando europeo detto Pinqua, programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. Il prossimo obiettivo dell’assessore al Patrimonio, Tobia Zevi, è di acquisire anche altri due palazzi occupati: lo Spine Time Labs in via di Santa Croce in Gerusalemme e il Maam, il Museo dell’altro e dell’altrove sulla via Prenestina.
06 marzo 2023 ( modifica il 06 marzo 2023 | 07:15)