sabato, Agosto 27, 2022

Formia, porto turistico «fantasma»: danno erariale da 3,6 milioni. Indagati ex dirigenti e amministratori……….

       ROMA

Elezioni politiche 2022, ultime notizie

Sisto Astarita, Stefania Della Notte, Roberto Guratti e Filippo Gionta sono accusati della mancata realizzazione di opere che ha causato un danno al bilancio del Comune. Il progetto, conosciuto come il «porto Ranucci», prevedeva 600 posti barca.

di Michele Marangon

             Un rendering del progetto

Torna al centro delle cronache la vicenda di un‘infrastruttura mai realizzata e che avrebbe trasformato la città del sud pontino nel più importante porto turistico del Mediterraneo grazie agli oltre seicento posti barca annoverati nel progetto della «Marina di Cicerone spa», da tutti conosciuto come il «porto Ranucci».

L’opera era infatti promossa da Raffaele Ranucci, imprenditore e politico di area Pd cui faceva capo la società che, nel 2002, diede impulso al progetto mai realizzato per via delle lungaggini burocratiche e di un inevitabile lievitazione dei costi. A distanza di venti anni- costellati da contenziosi tra impresa ed ente- si formalizzano le accuse, e la relativa richiesta di rifondere il danno economico, a carico di due ex dirigenti del settore Urbanistica del Comune di Formia e due responsabili unici del procedimento.       Si tratta di Sisto Astarita, Stefania Della Notte, Roberto Guratti e Filippo Gionta, responsabili di «non aver posto in essere tutti gli adempimenti amministrativi e le azioni necessarie alla conclusione del procedimento di valutazione ambientale strategica da parte della Regione Lazio».

Dall’indagine svolta dalla guardia di Finanza e dalla Capitaneria di porto, coordinati dalla Procura contabile di Roma, è emerso che gli indagati non avrebbero svolto regolarmente e coerentemente ai richiesti canoni di efficienza ed efficacia i doveri di servizio di loro competenza, con la conseguenza che il Comune di Formia avrebbe perso importanti 
finanziamenti,  nonché probabili entrate, corrispondenti al mancato introito dei canoni, che sarebbero potuti derivare dalla realizzazione dell’opera pubblica e dalle annesse strutture per le attività ricreative e commerciali.
In origine, l’atto negoziale di concessione sottoscritto l’8 marzo 2010, prevedeva un importo presumibile di 110 milioni di euro tra il Comune di Formia ed una Società Partenopea nelle forme procedurali della Finanza di progetto (cosiddetto “Project financing”), in cui il ristoro del finanziamento a lungo termine di un progetto, riguardante nel caso di specie la costruzione di opere pubbliche o di pubblica utilità, è garantito dai flussi di cassa previsti dall’attività di gestione o esercizio dell’opera stessa.
24 agosto 2022 (modifica il 24 agosto 2022 | 13:00)
Condividi su: