La contesa per la gestione della compagnia fa bene alla performance delle azioni a piazza Affari. Dal 7 marzo, giorno di ripartenza dei listini post invasione Ucraina, il rialzo è stato del 27,8%, contro il 12,48% del Ftse Mib con record di volumi. E nel giorno del licenziamento di Cirinà è ancora +4%.
da del 28/03/2022 14:54
di Anna Messia
La Sede di GENERALI
La contesa per la gestione di Generali fa bene al titolo della compagnia assicurativa. Dal 7 marzo, il giorno in cui è partito il recupero dei listini dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le azioni della Compagnia assicurativa sono salite del 27,8%, ben più in alto dell’indice di borsa, il Ftse Mib, che nello stesso periodo è cresciuto del 12,48%.
Oggi una nuova fiammata. Nel giorno della notizia del licenziamento di Luciano Cirinà, ex numero uno dell‘area Austria & Cee Regional Officer, e ora candidato Ceo della lista di Francesco Gaetano Caltagirone, alternativa a quella del CdA che propone la riconferma del group ceo, Philippe Donnet, le azioni stanno salendo di oltre il 4%, a 20,26 euro. Record, negli ultimi giorni, anche i volumi registrati e venerdì 25, in occasione della presentazione del Piano messo a punto da Cirinà e dal candidato presidente, Claudio Costamagna, Caltagirone aveva fatto sapere di avere in mano oltre il 9% della Compagnia.
A proposito del nuovo Piano questa mattina gli analisti di Berenberg, che vedono come probabile una riconferma di Donnet, hanno dato un giudizio buy (comprare) con un target price 22,60 euro. “Pensiamo che la rielezione del team di gestione esistente sia il risultato più probabile, poiché questo team ha stabilito un solido track record negli ultimi sei anni”, hanno scritto gli analisti considerando attraenti le attuali valutazioni di Generali perché, secondo loro, “il piano alternativo (di Cirinà, ndr) spingerà il management a fornire una maggiore crescita dell‘eps e riteniamo che ciò non si rifletta ancora nelle previsioni di consenso”.