Per i pm sardi il noto locale non ha rispettato tutte le misure per evitare la diffusione del virus al suo interno: in tutto 58 dipendenti risultarono positivi secondo l’azienda sanitaria sarda. Chiuse le indagini anche sul Phi Beach e il Country Club: secondo la procura – che in questo caso ipotizza le “lesioni colpose” – i gestori non fornirono un numero sufficiente di mascherine ai dipendenti e alcune di queste non avevano neanche un’efficacia filtrante.
di F. Q. | 22 GIUGNO 2021
Chiuse le indagini sul Billionaire, il noto locale di Porto Cervo di proprietà di Flavio Briatore che la scorsa estate è diventato un focolaio della diffusione del coronavirus. Epidemia colposa è l’ipotesi di reato della Procura di Tempio Pausania che – come riporta il Messaggero – ha notificato l’avviso di chiusura dell’indagine al rappresentante legale della struttura. Ai gestori del Phi Beach di Baja Sardinia e del Country Club di Porto Rotondo, altri due famosi locali della Costa Smeralda protagonisti della movida dello scorso anno, è stato contestato invece il reato di lesioni colpose.
Per i Pm sardi il Billionaire non ha rispettato tutte le misure per evitare la diffusione del virus al suo interno: in tutto 58 dipendenti risultarono positivi, secondo l’Azienda Sanitaria Sarda. Per quanto riguarda il Phi Beach e il Country Club, secondo la Procura i gestori non fornirono un numero sufficiente di mascherine ai dipendenti e alcune di queste – con il logo dei locali – non avevano neanche un’efficacia filtrante.
Nell’agosto 2020, infatti, i locali della Costa Smeralda riaprirono i battenti attirando migliaia di turisti. Ma dopo pochi giorni i contagi tornarono a crescere tra dipendenti e frequentatori dei locali. Primo fra tutti Flavio Briatore che venne ricoverato all’Ospedale San Raffaele di Milano. I focolai scoppiarono insieme alle polemiche sulle riaperture e proprio Briatore si rese protagonista di un acceso scontro a distanza contro il Sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda, per avere limitato gli orari della movida in Costa Smeralda con l’obiettivo di arginare la diffusione del virus.
Critica sulla decisione della Procura è l’avvocato Antonella Cuccureddu che difende il rappresentante legale del Billionaire: “Si tratta di contestazioni inaspettate sia perché i fatti descritti non corrispondono a quelli realmente accaduti, sia perché gli stessi sono stati ricondotti al reato di epidemia colposa, che si ha quando una persona diffonde germi patogeni – dice la legale al Messaggero – La contestazione di epidemia in un contesto di pandemia, cioè di circolazione del virus in più continenti ed ancor più in un ambito territoriale, l’Italia, in cui essa aveva massima diffusione, appare singolare così come leggere che una persona abbia potuto diffondere il virus omettendo di fare qualcosa”.