Il Capo dello Stato dice sì dopo lo sterile show mediatico- politico della maggioranza che non riesce a trovare neanche un nome per il Colle e per palazzo Chigi: ecco com’è nato il Mattarella bis….
da di DOMENICA 30 GENNAIO 2022
di Giacomo Puletti
Il bis richiesto a gran voce dal pubblico della Scala al diretto interessato viene infine concesso. Sergio Mattarella è stato rieletto Presidente della Repubblica all’ottavo scrutinio con 759 voti, secondo risultato di sempre dietro agli 832 voti ottenuti da Sandro Pertini nel 1978.
È la scelta del Parlamento, più che dei partiti, come testimonia la processione dei Capigruppo e dei Presidenti di Regione al Quirinale, quindi non dei leader, per chiedere la disponibilità al presidente uscente. «Avevo altri piani, ma sono a disposizione», ha detto loro Mattarella. È stata una giornata surreale, finita «come in nessun altro modo poteva finire» secondo molti, ma che lascerà strascichi sia all’interno delle coalizioni sia all’interno delle singole forze politiche.
«Giocare di squadra è la ragione del successo – ha commentato il Segretario del Pd, Enrico Letta, riunendo i grandi elettori dem È stata un’esperienza importante e formativa, abbiamo imparato tante cose». Per poi toccare le corde più scoperte. «Siamo stati costretti a chiedere al Presidente della Repubblica di essere rieletto – ha detto – segno di una profonda crisi politica e istituzionale: dobbiamo esserne consapevoli». E per il futuro? «Il campo largo esiste grazie al nostro lavoro: guardiamo avanti sapendo che ci aspettano mesi difficili con una maggioranza complessa». Non è un successo pieno, quello del Pd, perché in fondo ieri non ha vinto nessuno, ma di certo i dem non sono tra gli sconfitti di questa partita.
Come forse invece sono i leghisti, costretti ad accettare il bis di Mattarella dopo ripetuti tentativi andati a vuoto. «Abbiamo scelto noi per il bene del Paese ha detto Salvini riunendo i suoi alla Camera e intestandosi la rielezione – Ci sono stati troppi veti, la situazione andava sbloccata e ci siamo presi una grossa responsabilità: vinceremo le Politiche e governeremo questo Paese». Il leader della Lega ha poi spiegato di aver fatto «tutto il possibile», forse esagerando «in lealtà e generosità» e ha rivelato di aver chiamato ieri mattina la Presidente del Senato Casellati «per ringraziarla per averci messo la faccia». Ma Salvini ha anche annunciato di aver proposto per il Colle due ministri del governo attuale, bocciati dagli alleati di governo. «Ecco perché in Transatlantico ho accennato ai giornalisti l’idea del Mattarella bis», ha concluso. Il riferimento è alla svolta che ha portato alla convergenza sul Presidente uscente.
A metà mattinata Salvini si presenta per votare, si ferma con i cronisti e apre al bis. «Dopo quattro giorni di “no” da parte del centrosinistra forse è più saggio chiedere convintamente al presidente Mattarella di ripensarci», dice. Il dem Fiano lo legge dalle agenzie ed è incredulo: «Ha detto sì». È fatta, come conferma Osvaldo Napoli, deputato centrista di lungo corso che in questi giorni ha fatto da Cicerone ai giovani cronisti in Transatlantico.
Alla prima chiama non risponde nessuno, ai grandi elettori del Movimento 5 Stelle arriva l’indicazione di votare «Mattarella ma non troppo», poi la trattativa si sblocca. Lasciando incredula Giorgia Meloni. «Salvini propone di andare tutti a pregare Mattarella di fare un altro mandato da presidente della Repubblica twitta subito dopo l’accordo Non voglio crederci». Nel centrodestra volano gli stracci. «I partiti hanno scelto di tirare a campare, barattando di fatto sette anni di Presidenza della Repubblica in cambio di sette mesi in più di governo e di legislatura – tuona la presidente di Fratelli d’Italia indicando di votare Carlo Nordio, che prende 90 voti, più di quelli previsti – Ancora una volta il Parlamento dimostra di non essere all’altezza degli italiani che dovrebbe rappresentare e da domani ( oggi, ndr) moltiplicheremo i nostri sforzi per una riforma presidenziale della nostra Repubblica». Per poi concludere parafrasando Il gattopardo: «Siamo al nulla cambi perché nulla cambi».
Ma ormai sono tutti pronti al bis. «Ho già comprat- to i cec- ci», sussurra un grande elettore sardo del Movimento 5 Stelle preannunciando la salita al Colle dei capigruppo di partito, che arriva un’ora prima dell’inizio del voto decisivo. Conseguenza anche dell’incapacità dei leader di trovare un accordo su un’altra figura, come poteva essere quella di Pierferdinando Casini, che per tutta la settimana si è mosso appena sotto il pelo dell’acqua, prendendo quella decina di voti a ogni scrutinio, per poi inabissarsi di nuovo. A metà mattina rilascia una dichiarazione in cui spiega che il suo nome è sul tavolo «solo con un’ampia convergenza», poi posta su Instagram una foto con il Tricolore e infine, quando è ormai chiaro l’accordo è cosa fatta, chiede di togliere il suo nome da qualsiasi scenario. Chapeau. E chissà che tra sette anni, quando Casini avrà la stessa età di Mattarella nel 2015, non possa riprovarci. E magari sarà la volta buona. Intanto, a Mattarella rieletto, l’Aula lo saluta con una standing ovation, alla quale il senatore bolognese risponde con un saluto commosso.
«Il paese è in sicurezza senza assurdità istituzionali ma con una solidità della guida – scrive intanto Renzi, grande sponsor di Casini sin dall’inizio – Mantenere Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi è l’unico modo per lasciare l’Italia al riparo dalle strampalate follie e dalla mancanza di regia politica: sono due scelte eccellenti che garantiscono le Istituzioni». Chi ha voluto il Mattarella bis fin dall’inizio è certamente il dem Matteo Orfini, ex presidente del partito, che appena si diffonde la notizia scherza coi giornalisti: «adesso devo scappare in Messico».
Il Movimento 5 Stelle invece ne esce malconcio, Conte dice di aver «perseguito sempre l’interesse dei cittadini cercando di tenere alta l’asticella», ammette che «è stata una trattativa molto complicata» e infine non può fare altro che lodare Mattarella, «garante di tutti e figura super partes». Contenti a metà dalle parti di Forza Italia, con il coordinatore Tajani che augura al capo dello Stato di «fare bene per i prossimi sette come ha fatto in questi sette» per poi ragionare sul futuro della coalizione: «Mi auguro che questo forte coordinamento dell’area popolare possa andare avanti per rafforzare posizioni politiche spiega –che tutto ciò non rafforzerà le politiche del centrodestra».