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Presidente aggiunto dei gip di Milano, nel suo post su Facebook precisa: tutelare la salute di tutto il personale giudiziario, anche rinviando i processi. Ma per il resto rispettare la linea del governo. Via Arenula: l’Anm già informata il 18 marzo
di Valentina Santarpia
Bisogna «intervenire tempestivamente» nelle situazioni dove non è possibile garantire la sicurezza, ma «per tutto il resto è necessario che la campagna vaccinale prosegua rapidamente con regole uniformi su tutto il territorio nazionale, dando priorità agli anziani e ai soggetti fragili».
Interviene anche Ezia Maccora, presidente aggiunto dei gip di Milano, sul caso dei vaccini al personale giudiziario, dopo l’appello comparso oggi su alcuni quotidiani, firmato dall’Associazione Nazionale Magistrati, che sollecita di inserire la magistratura nelle categorie prioritarie a cui somministrare i vaccini.
«È vero che in alcuni settori della giustizia e in alcuni territori le condizioni di lavoro non sono adeguate e mettono a rischio la salute degli operatori e degli utenti, nel settore penale ad esempio ci sono palazzi di giustizia con aule assolutamente inadeguate ad ospitare processi con un numero elevato di persone che non possono svolgersi da remoto», è il ragionamento di Maccora. E in questi casi «occorre tutelare la salute di tutto il personale amministrativo, avvocati, magistrati e utenti», intervenendo anche con norme che consentano di rinviare quei procedimenti che non possono essere celebrati in sicurezza.
Ma «per il resto» bisogna appunto rispettare la linea del governo, ribadita – fanno sapere fonti di via Arenula– già dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia durante il colloquio con l’Anm: ovvero procedere per classi di età, in nome del principio di uguaglianza e per evitare la competizione tra le categorie. Maccora parla da giudice ma anche da persona comune: spiega nel suo post su Facebook di essere stata ammalata di Covid, lo scorso marzo, ricoverata, e aver visto persone care «ammalarsi e perdere la vita». Eppure di essere convinta di non voler «passare davanti a nessuno«: «Aspetto il mio turno come è giusto che sia».
Tra l’altro, il colloquio tra la ministra e l’Anm c’è stato il 18 marzo scorso, fanno sapere sempre fonti dal Ministero della Giustizia, quando i magistrati furono anche informati che sarebbe stato prorogato lo stato di emergenza per l’attività giudiziaria (domani per decreto il termine verrà portato al 31 luglio). Perché allora, se i magistrati conoscevano bene la linea del governo, hanno rilanciato l’appello, avvertendo «Se non ci vaccinate fermiamo la giustizia»? «Non vedo nell’allarme lanciato dall’Anm un tentativo di condizionamento quanto, piuttosto, la richiesta responsabile di un approfondimento sui rischi che si corrono nei tribunali italiani- risponde il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto a Radio 24– Il piano vaccinale non è in discussione – prosegue –, ma pretendere che non si segnalino criticità mi sembra troppo».