Affaritaliani.it-Sabato, 14 marzo 2020 – 10:36:00
di Pietro Mancini
Se a Napoli mancano le mascherine e alcune donne usano le coppe del reggiseno, in Calabria, il Covid-19 rischia di allargare le crepe in un sistema così deficitario da indurre il Presidente dell’Ordine dei medici di Cosenza, Corcioni, a denunciare alla Governatrice, Jole Santelli FI : “Il dipartimento regionale, che dovrebbe essere il motore del sistema sanitario, è oggi un involucro vuoto, disorganizzato e privo delle necessarie competenze, incapace persino di far fronte ai compiti della più ordinaria amministrazione”.
Nel reparto di Infettivologia dell’ospedale di Cosenza, il personale in servizio è metà di quanto servirebbe.
L’emergenza-contagio, tuttavia, ha consentito di accendere i riflettori su due vicende incoraggianti, in primis per i tanti calabresi, non rassegnati, ma impegnati a non far emergere un quadro della Regione, caratterizzato solo da “primati” negativi. La prima si è verificata nella Locride, dove i carabinieri hanno arrestato un boss della ‘ndrangheta, Antonio Cordì, 42 anni, dopo aver seguito una persona, che gli portava i viveri a Bruzzano Zeffirio,paese deserto, a causa del decreto di “Winston” Conte contro il contagio.
Ancora più confortante il secondo caso di “buona CALABRIA”.
Su “La 7”, nel programma “L’aria che tira”, il primario del reparto Malattie infettive del Policlinico “San Matteo” di Pavia, il cosentino Raffaele Bruno, 54 anni, le “ha suonate”, in diretta, al deputato renziano Luigi Marattin.
Al parlamentare- che aveva detto, con sussiego, di non aver molto tempo, in quanto atteso da una videoconferenza con Gualtieri, PD, il ministro dell’Economia, sempre ossequioso con Christine Lagarde, Presidente BCE– Bruno ha replicato : “Io non ho il tempo di guardare la tv, ma sento ancora i politici parlare di queste cose. Dovrebbero stare tutti zitti !”.
Si limitino a invitare gli italiani a stare a casa, anziché parlare di argomenti, che non conoscono. Qua la gente muore e “questi” dicono che non hanno tempo, per via delle videoconferenze…. Roba da pazzi, veramente ! Io non dormo da dieci giorni ! Marattin, venga due minuti a Pavia, in reparto, a vedere quello che sta succedendo».
Il “cazziatone” dello stimato professore al deputato ha fatto scattare, sui social, moltissimi consensi, elogi e like. E ha contribuito a portare alla ribalta, finalmente, un calabrese da apprezzare, che si è rimboccato le maniche, studiando e lavorando, lontano da casa, con impegno e serietà. Speriamo che l’esempio del medico sproni i meridionali a compiere sacrifici e a non subire, sempre, in silenzio o con sterili lamenti, la subalternità e l’arretratezza, in tanti settori, del Sud.
Raffaele Bruno, dall’1 ottobre 2019, guida il reparto di Malattie Infettive dell’ospedale di Pavia.
E ha curato, nel suo reparto, il famoso “paziente 1”, Mattia, il 38enne di Castiglione d’Adda, seguendolo in tutte le fasi della malattia, fino a quando ha manifestato segnali incoraggianti, uscendo dalla terapia intensiva.