Pronto il decreto sul censimento delle borse di valute virtuali e dei prestatori dei servizi di custodia, che dovranno registrarsi all’Oam. Saranno segnalate tutte le operazioni, con i saldi delle transazioni. Impossibile, quindi, eludere il fisco. L’incognita delle società estere attive nella Penisola | Le criptovalute nel radar Oam
da del 03/02/2022 19:32
di Marcello Bussi
Il Decreto è stato firmato dal Ministro dell’Economia e delle Finanza Daniele Franco, manca solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Da quel momento i prestatori di servizi relativi all’utilizzo di valuta virtuale e i prestatori di servizi di portafoglio digitale che operano sul territorio italiano dovranno registrarsi all’Oam (Organismo agenti e mediatori).
In pratica chi opera nel mondo delle criptovalute verrà assimilato ai cambiavalute e ai money transfer. Pertanto dovrà comunicare con cadenza trimestrale tutte le operazioni effettuate da ogni singolo cliente, di cui verranno forniti i dati identificativi. Si tratta quindi di un censimento degli operatori e della registrazione delle loro operazioni. Questo riguarda anche e soprattutto gli operatori esteri, la cui attività “è svolta a distanza secondo modalità telematiche, nel territorio della Repubblica, eventualmente ricorrendo anche a siti web, applicazioni che offrono i predetti servizi in lingua italiana”.
E qui c’è la grande incognita poiché più del 90% delle attività di cittadini italiani nel settore cripto si svolge su piattaforme estere. Si registreranno all’Oam o rischieranno di vedersi oscurare i loro siti in Italia?
Visti i precedenti si può supporre che la più grande borsa di criptovalute del mondo, Binance, se ne infischi.
Potrebbero agire diversamente altre borse note per essere ben disposte a collaborare con le autorità dei diversi Paesi, per esempio Coinbase, la prima a essersi quotata al Nasdaq. Queste potrebbero dare vita a un contenzioso legale, visto che sono registrate in un Paese dell’Ue e potrebbero contestare il fatto di doverlo fare anche in Italia, che, con l’entrata in vigore del decreto applica norme più restrittive rispetto alla Direttiva Ue. La conseguenza è che i pochi operatori italiani andranno incontro a un aumento di costi per poter adempiere ai loro obblighi nei confronti dell’Oam.
Inoltre quello che era partito come una sorta di censimento degli operatori è diventato un censimento anche dei loro clienti. Il registro Oam sarà accessibile alla Guardia di Finanza e alle altre Forze di Polizia nel caso di controlli e accertamenti.
Se l’obiettivo dichiarato è quello di rendere più efficiente la lotta alle attività di riciclaggio, è facile pensare che controlli capillari abbiano l’intento di fare pagare fino all’ultimo centesimo le tasse sulle plusvalenze, visto che dovranno essere segnalate tutte le operazioni, con i saldi delle transazioni.
Secondo Davide Zanichelli, deputato M5S che ha fondato l’intergruppo parlamentare Valute virtuali e Blockchain, “bisogna capire se il testo (di cui si attende comunque la pubblicazione definitiva) riuscirà a portare chiarezza e vantaggio al nostro Paese nella competizione internazionale in questo settore”.