da MF Dow Jones (Italiano)
del 08 Aprile 2022 – 08:40AM
Non sono solo i Benetton a sbarrare la strada alle velleità di spezzatino di Atlantia da parte del miliardario spagnolo Florentino Perez e dei due fondi infrastrutturali Gip e Brookfield che lo affiancano nel tentativo d’affondo sulla quotata italiana. Mentre la Borsa prende posizione sul titolo perché già intravede un possibile scontro a colpi di rilanci, c’è anche un convitato di pietra con cui i tre soggetti in asse con tanto d’accordo in esclusiva dovranno fare i conti nel caso in cui decidessero di procedere con un‘Opa Ostile sulla holding controllata da Edizione (al 33,1%) tramite Sintonia.
Si tratta di Palazzo Chigi. Secondo quanto risulta infatti a MF-Milano Finanza, un eventuale take-over su Atlantia che ha in portafoglio anche il 99,39% di Aeroporti di Roma (Adr) comporterebbe l’accensione da parte del Governo di un faro ai fini del Golden Power, per la clausola del «change of control» su un’infrastruttura aeroportuale d’importanza strategica, tanto più alla luce dell’attuale quadro geopolitico.
Su richiesta della Consob, la famiglia di Ponzano Veneto ha confermato di «essere stata avvicinata in modo non sollecitato» da Gip e Brookfield che hanno prospettato «interesse per un possibile progetto d’acquisizione di Atlantia». Al tempo stesso i Benetton hanno ribadito la «strategicità» dell’investimento, alzando il velo sulle «discussioni con il fondo Blackstone, quale partner, senza che siano stati raggiunti accordi su operazioni relative alla Holding».
A quanto risulta la scelta del Presidente di Edizione, Alessandro Benetton, affiancato sul dossier dagli advisor Mediobanca e Goldman Sachs, è ricaduta sul colosso del private equity Usa che fa anche parte del Consorzio che con Cdp e Macquaire ha rilevato l‘88% di Atlantia in Aspi per 8,2 miliardi di euro.
Potenza finanziaria ed expertise infrastrutturale del Fondo sono altri aspetti che hanno giocato a favore di quest’ultimo.
Dopo il delisting e la messa in sicurezza della Società dalle mira straniere, il Piano di Sviluppo di Atlantia potrebbe addirittura mettere nel mirino anche il 50% meno un’azione di Abertis in mano ad Acs e a Hochtief, stoppando le velleità di Perez di creare un campione globale delle autostrade.
In serata dopo che a Piazza Affari il titolo ha chiuso in rally a 20,3 euro con un guadagno del 6,9% e le note di Edizione, fonti vicine a Brookfield e a Gip hanno spiegato che «non c’è ostilità», bensì volontà di lavorare insieme ai Benetton.
All’eventuale premio guardano ovviamente con interesse altri soci storici di Atlantia, come la Fondazione Crt (al 4,5%), già ampiamente plusvalente sull’investimento (17,6 euro il prezzo di carico), ma interessata al mantenimento dell’italianità dell’asset.
Intanto, sul fronte giudiziario l’ex Ceo di Autostrade Giovanni Castellucci è stato rinviato a giudizio per il crollo del Ponte Morandi nel 2018. A processo anche le altre 58 persone imputate nel procedimento.