Tempi tropo stretti per la gestione del nuovo esterometro, in partenza dal prossimo 1° luglio, in logica precompilate. Solo il 18% degli operatori sta già adottando le nuove procedure.
da del 01/06/2022Tempi tropo stretti per la gestione del nuovo esterometro, in partenza dal prossimo 1° luglio, in logica precompilate. Solo il 18% degli operatori sta già adottando le nuove procedure. Lo evidenzia un sondaggio di ANC e Confimi Industria da cui emerge altresì che le precompilate Iva riscuotono l’interesse di meno del 2% degli operatori.
Nel frattempo qualche speranza di proroga si riaccende, grazie agli emendamenti depositati al ddl di conversione del decreto PNRR2.
Fra meno di un mese gli operatori dovranno obbligatoriamente misurarsi con le novità che riguardano l’estensione degli obblighi di fatturazione elettronica da/verso San Marino (D.M. 21/06/2021), l’estensione degli obblighi di fatturazione elettronica (ed esterometro) per i forfettari con ricavi/compensi 2021 superiori ad 25.000 (art. 18 D.L. 36/2022) e, soprattutto, con le novità ad impatto generalizzato legate al nuovo esterometro volute dalla Legge di bilancio 2021. E sono proprio queste ultime a preoccupare, in particolare per la tempistica troppo stringente, la stragrande maggioranza degli operatori.
È bene ricordare, infatti, che l‘esterometro (comma 3-bis art. 1 d.Lgs 127/2015) da luglio non sparisce ma si trasforma in una gestione XML (stesso formato della fatturazione elettronica) a flusso continuo e con tempistiche che, nella migliore delle ipotesi, vanno gestite entro il 15 di ogni mese, ma in taluni casi anche entro 12 giorni.
Con l’addio della scadenza trimestrale, a preoccupare sono soprattutto la gestione degli acquisti da non residenti: lo conferma l’87% dei 900 operatori che hanno partecipato a un sondaggio realizzato a maggio da ANC e Confimi. La preoccupazione scende, invece, al 50% con riferimento alle operazioni attive; una buona parte delle aziende, infatti, già da tempo adotta facoltativamente la fatturazione elettronica attiva (evitando l’esterometro) anche verso i non residenti ancorché 1/3 sia rallentato in tale scelta quando si tratta di fatture da emettere in valuta estera.
La criticità per gli acquisti è in particolare dovuta dalla nuova tempistica. Lo pensa non solo la grande maggioranza (77%) di chi considera critica la novità (87% cit) ma anche la metà (cioè il 4%) di chi considera invece positivamente l’evoluzione (8% del totale). Solo il 5% dichiara di ritenere invece operativamente irrilevanti l’impatto delle novità (percentuale decisamente contenuta rispetto al lato attivo dove il 37% si dichiara invece non particolarmente preoccupato).
Quasi il 70% ha già aggiornato i software per il nuovo esterometro ma solo 18% sta già utilizzando le nuove modalità obbligatoriamente allineate alle nuove specifiche 1.7 da cui sparisce (in attuazione della citta legge di bilancio) la gestione cumulativa trimestrale.
Tralasciando i dubbi su cui si attendono chiarimenti, il problema, sottolinea Marco Cuchel, presidente nazionale ANC, non è il metodo (cioè che il formato diventi lo stesso della FE) ma, come evidenzia chiaramente il sondaggio, sono le scadenze troppo stringenti e indubbiamente inadeguate rispetto all’operatività di studi e aziende.
Scadenze difficili da rispettare, sottolinea Flavio Lorenzin, Vicepresidente Confimi Industria con delega alla semplificazione anche per le PMI che tengono contabilità in proprio che dispongono in amministrazione, ben che vada, di una o due persone che entro il giorno 15 devono occuparsi di svariati adempimenti.
Le due associazioni, nei giorni scorsi, sono tornate a suggerire al Parlamento la ricerca di soluzioni maggiormente distensive. Proroghe di almeno 6 mesi della facoltà di usare ancora le vecchie regole (in tal senso gli emendamenti 18.63, 18,64 e 18.65 al ddl 2598 di conversione del DL 36) e soluzioni che dovrebbero quantomeno rassicurare sul fatto che i tutt’altro che improbabili invii tardivi saranno considerati alla stregua di violazioni meramente formali laddove gli operatori abbiano rispettato i rituali termini di annotazione e liquidazione dell‘Iva (in tal senso gli emendamenti 18.50, 18.51 e 18.52).