L’inviata dell’Onu, Stephanie Williams, ha comunicato decisivi progressi nelle trattative tra le due fazioni che si contendono il Paese. Il governo di Tripoli e l’esercito della Cireanica si sono impegnati a non riprendere le ostilità e a mantenere l’integrità del Paese africano
LIBIA
da aggiornato alle 12:02 21 ottobre 2020
© AFP – Stephanie Williams
AGI – Riaprono le principali rotte terrestri e alcune vie aree interne in Libia. È questo uno dei principali risultati dei due giorni di negoziati a Ginevra tra il governo di Tripoli e le autorità della Cirenaica, ha fatto sapere Stephanie Williams, l’inviata speciale delle Nazioni Unite per il Paese africano, straziato da nove anni di guerra civile dopo la caduta, nel 2011, del regime del colonnello Muammar Gheddafi.
In conferenza stampa, Williams si è detta “abbastanza ottimista” sulla possibilità di un cessate il fuoco duraturo tra l’esecutivo riconosciuto dalla comunità internazionale, guidato da Fayez al Serraj, e le forze del generale Khalifa Haftar, che la scorsa estate avevano tentato la conquista della capitale per poi essere ricacciate a Sirte, grazie all’intervento della Turchia a sostegno di Tripoli.
Corsa contro il tempo
Le fazioni hanno anche concordato di non riprendere i combattimenti ed evitare escalation militari che possano mettere a repentaglio il funzionamento dell’industria petrolifera, vitale per l’economia del Paese. “I due lati hanno raggiunto un’intesa su diverse importanti questioni che hanno un impatto diretto sulle vite e il benessere del popolo libico”, ha spiegato Williams, “sono abbastanza ottimista, c’è un’aria di serietà e impegno”.
Dopo il primo volo in 18 mesi tra Tripoli e Bengasi decollato la settimana scorsa, “verso il fine settimana”, dovrebbe essere stilato un regolare calendario di collegamenti tra le due città, ha spiegato l’inviata Onu. È prevista inoltre la riapertura delle principale arterie stradali, inclusa la litoranea tra Misurata e Sirte. Il governo di Tripoli e le forze di Haftar hanno inoltre avviato le trattative sullo scambio di prigionieri. “C’è una reale determinazione a preservare l’unità e la sovranità del Paese”, ha detto ancora Williams, che ha parlato di una “corsa contro il tempo” a causa del “grado di flagranti ingerenze esterne e di sfacciate violazioni dell’embargo sulle armi“.