I tre Paesi sono accusati di non aver recepito completamente la legge comunitaria in materia di gioco d’azzardo, scambio di informazioni finanziarie e sull’effettiva proprietà in capo alle persone giuridiche. Austria e Olanda sono due paradisi fiscali all’interno dell‘Ue particolarmente critici nei confronti del Recovery Fund.
da del 02/07/2020 13:35
di Elena Dal Maso
Oggi la Commissione europea ha deferito l‘Austria, il Belgio e i Paesi Bassi alla Corte di giustizia dell’Unione, con una contestuale richiesta di sanzioni per non aver applicato in maniera adeguata la quarta direttiva antiriciclaggio (AMLD4) nella propria legislazione nazionale.
Il vicepresidente esecutivo, Valdis Dombrovskis, ha spiegato in tal senso che l‘Ue ha “in vigore norme severe, ma devono essere applicate in modo coerente ed efficiente. Faremo in modo che tutti, sia nel settore privato che in quello pubblico, applichino le regole in maniera rigorosa. Abbiamo avviato numerose procedure di infrazione per garantire il pieno recepimento e l’applicazione delle nostre norme”.
La misura giunge poco dopo che la presidente della stessa Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha chiamato a rapporto l’8 luglio la cancelliera tedesca, Angela Merkel, nuovo presidente del Consiglio per il secondo semestre 2020 e il presidente del Parlamento Ue, David Sassoli, per accelerare le trattative sul Recovery Fund (un progetto a firma franco-tedesca) che sarà il tema principale trattato il 17 e 18 luglio dai Paesi dell’Unione. Fondo che Austria e Olanda, due paradisi fiscali all’interno dell‘Eurozona, continuano a criticare.
Nella sua nota sulla normativa antiriciclaggio, la Commissione spiega che la direttiva AMLD4 non è stata integralmente recepita nel diritto nazionale dei tre Paesi citati. E cita tre ragioni di fondo piuttosto pesanti: “Il recepimento incompleto riguarda aspetti fondamentali del quadro antiriciclaggio, come la legislazione sulle scommesse e il gioco d’azzardo (Austria), i meccanismi in base ai quali le Unità di informazione finanziaria scambiano documenti e informazioni (Belgio) e le informazioni da fornire sulla proprietà effettiva in capo alle persone giuridiche e ad altre forme legali (Paesi Bassi)“.
Tutti gli Stati Ue erano chiamati ad attuare le norme entro il 26 giugno 2017. Trascorso tale termine, la Commissione ha avviato una procedura di infrazione contro chi aveva notificato il recepimento incompleto della normativa. Attualmente esistono procedure di infrazione aperte sul recepimento parziale della legge nei confronti di otto Stati membri: tre hanno ricevuto pareri motivati, i procedimenti contro due Stati sono pendenti davanti alla Corte e oggi la Commissione ha deciso di deferire altri tre Stati alla Corte europea.
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