martedì, Febbraio 22, 2022

La crisi. Truppe russe in Ucraina. Johnson: Putin vuole invadere su larga scala………..

Oggi l’Unione Europea deciderà le sanzioni alla Russia per aver riconosciuto il Donbass separatista. Nella notte si è riunito l’esecutivo dell’Onu.

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Redazione Internet martedì 22 febbraio 2022

                                                    Nella notte i carri armati russi sono arrivati nelle strade di Donetsk Reuters

All’indomani del riconoscimento del Donbass separatista da parte della Russia, che ha inviato nell’est dellUcraina truppe in “missione di pace”, cresce l’allarme in Occidente. “Le truppe russe sono entrate nel Donbass, che consideriamo parte del territorio ucraino. Non è un’invasione piena, ma le truppe russe sono su suolo ucraino” ha dichiarato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.

Nel pomeriggio è atteso il varo di sanzioni contro la Russia da parte dellUnione Europea. I Ministri degli Esteri riuniti oggi a Parigi “ne discuteranno la portata, su mia proposta” ha spiegato Borrell. “Le sanzioni sono competenza del Consiglio, che decide su proposta dell’Alto Rappresentante. La decisione va presa all’unanimità e sono sicuro che verrà presa all’unanimità. Non vuol dire che oggi prenderemo tutte le decisioni, ma prenderemo quelle immediate”. Il Presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha chiesto che le sanzioni comprendano l’interruzione immediata del progetto Nord Stream 2 per convogliare gas naturale russo in Germania attraverso il Mar Baltico.

Anche il premier britannico, Boris Johnson, ha annunciato per oggi la “prima raffica di sanzioni economiche del Regno Unito contro la Russia” e ha avvertito che Putin è deciso a una “invasione su vasta scala dell’Ucraina”. Ma Putin scoprirà di aver “sbagliato i calcoli”, ha assicurato Johnson. “Temo che abbiamo tutte le prove del fatto che il presidente Putin sia davvero deciso a condurre un’invasione su vasta scala dell’Ucraina, alla sottomissione di un paese europeo indipendente e sovrano e penso, voglio essere assolutamente chiaro, che sarà totalmente catastrofico”, ha detto Johnson.

Il Ministro di Kiev: Mosca vuole rifare lUrss
Il Cremlino vuole “resuscitare l’Urss” ha denunciato il Ministro della Difesa Ucraino Oleksiy Reznikov. E si è rivolto all’esercito: “Ci attendono prove difficili. Ci saranno perdite. Dovremo attraversare il dolore, superare la paura e la disperazione. Ma vinceremo senza dubbio, siamo sulla nostra terra”.

Kiev denuncia l’uccisione di due suoi soldati in bombardamenti, ma anche i separatisti dell’est parlano di violazioni del cessate il fuoco. E secondo Mosca le autorità ucraine hanno schierato 120mila soldati sulla linea di contatto.

Le consigliere popolari delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk hanno approvato oggi, all’unanimità, leggi di ratifica dei Trattati di amicizia, cooperazione e assistenza reciproca con Mosca.

E su pressione dei separatisti, che hanno ordinato l’evacuazione e organizzato i pullman, si intensifica l’esodo di anziani, donne e bambini verso la confinante regione russa di RostovI profughi sarebbero già 90mila, secondo lufficio di Rostov del ministero per le situazioni di emergenza.

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Riunito nella notte l’esecutivo Onu
Nella riunione d’emergenza dell’esecutivo Onu, nella notte, Kiev ha chiesto che Mosca rinunci al riconoscimento delle Repubbliche autoproclamate del Donbass. “Chiediamo alla Russia di cancellare la decisione sul riconoscimento e di tornare al tavolo negoziale”, ha affermato l’ambasciatore ucraino alle Nazioni Unite, Sergiy Kyslytsya. “Condanniamo l’ordine di dispiegamento di truppe addizionali nei territori dell’Ucraina. Chiediamo un ritiro immediato, completo e verificabile delle truppe di occupazione”.

Dal canto suo, lambasciatore russo all’Onu, Vasili Nebenzia, ha ribadito la posizione: “Siamo ancora aperti alla diplomazia, ad una soluzione diplomatica, ma non intendiamo più permettere un nuovo massacro sanguinoso”. E ha ha minacciato lUcraina di ulteriori conseguenze in caso di “piani militari” a seguito del riconoscimento di Donetsk e Luhansk da parte del Cremlino. Le autorità ucraine, ha detto, hanno schierato 120.000 soldati sulla linea di contatto nel Donbass.

Gas e petrolio, impennata dei prezzi
Con l’escalation della crisi in Ucraina, conseguenze anche sull’economia. S’impenna il prezzo del petrolio. Il future del Wti con scadenza ad aprile segna un balzo del 4,80% a 94,5 dollari al barile e il contratto con scadenza a maggio sale del 3,30% a 96,1 dollari. Fra le altre materie prime il gas naturale registra un rialzo del 2,70% a 4,49 dollari per milione di British thermal unit. Al Ttf il contratto viene scambiato a 78,25 euro per Megawattora, in rialzo del 7,8% rispetto all’ultima sessione.

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