La decisione è stata presa di fronte all‘invasione russa dell’Ucraina e all‘immobilismo dell’ Opec+, che rischiano di far impennare ulteriormente le quotazioni del greggio. Si tratta del 4% delle riserve detenute dai Paesi dell‘organizzazione. È la quarta volta nella sua storia che l‘Aie prende una misura straordinaria del genere.
da del 01/03/2022 17:03
di Roberto Italia
I 31 Paesi industrializzati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) hanno deciso questo pomeriggio per un rilascio coordinato di 60 milioni di barili di petrolio dalle loro scorte. Si tratta del 4% degli 1,5 miliardi di barili detenuti per ragioni emergenziali. Metà di questo ammontare proverrà dagli Stati Uniti, ha detto il Ministro Giapponese dell’Industria Koichi Hagiuda.
La presa di posizione dell’Organizzazione di Parigi arriva per cercare di stabilizzare un mercato dell’oro nero già molto teso, che l’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni dell‘Occidente rischiano di esacerbare sul lato delle enormi forniture di Mosca. È la quarta volta nella sua storia cinquantennale che l‘Aie prende una misura straordinaria del genere, dopo quelle del 2011 (guerra in Libia), del 2005 (uragani Rita e Katrina) e del 1991 (prima guerra del Golfo) e non è detto che sia l’ultima in questi mesi.
Nell’ultima settimana l‘escalation nell’Est Europa ha portato le quotazioni del greggio sopra i 100 dollari al barile. Oggi il Brent e il Wti non danno segno di cedimento nonostante la notizia.
I due listini viaggiano in rialzo rispettivamente dell’8,7% a 106,47 dollari e del 10,2% a 105,53, ai massimi dalla metà del 2014.
Queste cifre non fanno presagire nulla di buono per la dinamica dell’inflazione nei Paesi energivori appartenenti all‘Aie come i membri europei e il Giappone. Negli Stati Uniti l’impennata dei prezzi sta diventando un problema politico sempre più rilevante in vista delle elezioni di metà mandato per il Presidente Joe Biden, che lo scorso novembre aveva già optato per un rilascio d’emergenza di riserve made in Usa per 50 milioni di barili. I giganti del commercio delle commodity Vitol e Trafigura prevedono che il prezzo del greggio rimarrà a tre cifre per un periodo prolungato.
L’intervento dell’Aie è necessario visto anche l’immobilismo dell’Opec+ di non aumentare le forniture più rapidamente del ritmo attuale. L’alleanza guidata da Arabia Saudita e dalla stessa Russia si riunirà domani per discutere i suoi piani di produzione per aprile.
Riyadh ha segnalato che non considera il mercato petrolifero sufficientemente stretto per accelerare il ripristino della produzione pre-pandemia. Nonostante le problematiche di alcuni dei 23 Paesi esportatori, alle prese con la carenza di investimenti, gli Stati del Golfo potrebbero avere una capacità inutilizzata sufficiente per soddisfare la domanda globale in caso di interruzione improvvisa di una delle principali fonti di approvvigionamento.