sabato, Aprile 25, 2020

Le due mamme che lottano per far inserire i bambini nella “Fase 2”

Sarah e Francesca, a colpi di #noncisiamo, stanno mettendo al centro dell’agenda governativa un tema molto importante per tanti italiani. Fondatrici del dissacrante blog “mammadimerda” adesso guidano la rivolta dei genitori

da di Antonella Piperno

                                        FASE 2               CORONAVIRUS               #NONCISIAMO

aggiornato alle 17:37

 Francesca Fiore a sinistra e Sarah Malnerich a destra

Se il premier Conte valuterà, come ha appena annunciato, di inserire in corsa nella task force per la fase 2 anche un tecnico esperto di temi infantili, se incontrerà prestissimo il gruppo trasversale di parlamentari del tavolo “Bambini e bambini”, se, insomma, i diritti dell’infanzia stanno finalmente per entrare a pieno titolo nell’agenda dell’emergenza coronavirus, il merito va un po’ anche allo strattonamento governativo animato da due mamme stanziate nella Val di Lanzo, nei dintorni di Torino.

Sarah Malnerich e Francesca Fiore, rispettivamente 40 e 36 anni, una figlia di 5 anni la prima, due di 6 e 8 la seconda e fondatrici, tre anni fa del comico e dissacrante blog sulla maternità “Mammadimerda”, 54mila follower, hanno lanciato la campagna social #Noncisiamo, che ha collezionato finora oltre 300mila visualizzazioni su Facebook.

Si tratta di una call to action che invita genitori con prole a casa a pubblicare una loro foto con il cartello “Chi pensa ai bambini” e a formulare dubbi e preoccupazioni sulla fase 2 dei loro figli taggando il premier, la ministra dell’Istruzione Azzolina e quella della Famiglia Elena Bonetti, (che ha appena anticipato l’intenzione del governo relativa allo stanziamento di  “almeno 35 milioni di euro” per attività educative e centri estivi per i bambini).

Qualcosa si muove insomma e non riguarda soltanto l’annunciata riapertura dei parchi pubblici, sacrosanto sfogatoio per bambini rinchiusi in casa da quasi due mesi e per i quali gli psicologici paventano sindromi da stress post traumatico. “In pochi giorni la nostra campagna ha coinvolto 300 mila persone”, spiega all’Agi Sarah Malnerich, che della Fiore, oltre che amica e compagna di blog è anche collega in un’azienda che si occupa di logistica.

Ora si barcamenano tra smart working e congedi, ma presto dovranno tornare a lavorare a pieno ritmo, con il problema, comune a tanti, dei figli a casa. Nel loro “Mammadimerda” le due dissacrano il mito della mamma angelicata sempre felicemente dedita alla cura dei figli, con una narrazione comica (che ha dato vita anche al libro a quattro mani “Non sei sola, fenomenologia della Mammadimerda”) di gravidanza, svezzamento, approccio con i pidocchi e godevoli vignette altrettanto dissacranti dove la donna è ritratta con un’iconografia anni Cinquanta ma regala battute poco bon ton, da campionato di ironia: “Lo abbiamo fondato per non far sentire sole tante mamme colpite da senso di inadeguatezza perché non sono sempre perfette e sorridenti con i loro figli come le si vorrebbe. Ci piace scherzare”.

Adesso però è arrivato il momento di fare sul serio.  E “A noi ce piace ride e scherzà, ma in questo momento non ce viene proprio” scritto alla romana (Roma è la città nativa di Malnerich) è la chiusa della lunga lista di critiche e interrogativi rivolti al governo in vista del 4 maggio, che le due mamme elencano nella loro campagna: “ Noncisiamo” nei pensieri del governo” scrivono facendo notare che le sole notizie  certe che riguardano i bambini sono state per ora quelle relative alla non riapertura delle scuole.

“I bambini sono scomparsi dal discorso politico, si è parlato più dei problemi dei runner e dei cani che di loro” chiarisce all’Agi Malnerich, preoccupata  dal fatto che” i bandi per i campi estivi partiranno solo a metà maggio e chissà quando saranno operativi”, segnalando  al governo “che secondo l’Istat il 40 dei bambini italiani vive in case sovraffollate e inadeguate” In preda “a una sindrome abbandonica sviluppata in queste settimane”, Malnerich, Fiore e l’esercito dei genitori che si è fatto sentire con i vertici governativi invoca soluzioni alternative alla scuola, oltre alla temporanea didattica a distanza, che tengano conto anche delle necessità di socializzazione dei bambini (“mia figlia non vede un coetaneo dalla fine di febbraio”) e di quelle lavorative dei genitori, parecchi dei quali a casa in smart-working ma a breve richiamati dalle aziende.

Malnerich non può contare sui nonni, ma chiarisce che “anche se li avessi non li coinvolgerei in questo momento, per la loro salute. Il welfare di comodo di questo paese, i nonni, in questo momento è fuori servizio”. Niente da fare neanche con il bonus baby sitter: “Non l’ho chiesto perché non ne ho mai avuta uno, io e mio marito ci facevamo bastare la scuola. E adesso sarebbe anche complicato trovarne una fidata e disponibile”.

Nell’appello si chiedono lumi, quindi  anche sui bandi per i progetti educativi che coinvolgono soggetti del terzo settore come associazioni di volontariato e cooperative sociali,  (“di cui si parlava già a novembre in pre-pandemia”) sull’assegno universale mensile  per ogni figlio “di cui si era parlato a febbraio nell’ambito del Family Act sulla base del reddito” e sull”estensione per altri 15 giorni del congedo parentale straordinario.

Malnerich non nasconde la sua preoccupazione: “Tante mamme ci hanno scritto in questi giorni, dicendo che stanno pensando di licenziarsi perché non sanno come affrontare la fase 2 con i bambini a casa. Èuna situazione che riporta le donne indietro di cinquant’anni in un paese che da questo punto di vista già non brillava prima della pandemia: il 31,5 per cento delle  disoccupate non cerca lavoro per motivi legati alla maternità e il 28 per cento  delle mamme inoccupate ha lasciato il lavoro per gli stessi motivi negli ultimi sette anni”.

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