da del 16 settembre 2020
Se le Camere lo riterranno opportuno il governo è disponibile a riferire sulle linee essenziali del documento, sia nella sede decentrata sia nella sede plenaria dell’Assemblea». È una lettera di una pagina firmata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte ad accompagnare le linee guida del governo per il piano nazionale di ripresa e resilienza (qui il documento integrale in pdf), cioè l’elenco dei progetti «che l’Italia dovrà presentare alla commissione europea nei prossimi mesi» per aver accesso al Recovery fund, il piano europeo di aiuti.
I FONDI UE Recovery fund, le linee guida del governo
Il documento è stato trasmesso martedì sera ai presidenti del Senato e della Camera. Conte parla di «sfida complessa», che necessita il dispiegamento delle migliori energie e competenze del Paese». E promette che «sarà assicurato il pieno coinvolgimento delle Camere», dopo che nei giorni scorsi diversi gruppi parlamentari si erano lamentati, sostenendo di essere stati tagliati fuori.
Il documento, in tutto 72 pagine, è una extended version di quello approvato la settimana scorsa dal Ciae, il comitato per gli affari europei, una sorta di consiglio dei ministri allargato. Gli obiettivi generali restano il raddoppio del tasso di crescita del Pil, dallo 0,8% dell’ultimo decennio all’1,6%, e l’aumento di 10 punti percentuali del tasso di occupazione.
Le macro aree di intervento restano sei, con quale ritocco: digitalizzazione e innovazione, voce alla quale si aggiunge anche la competitività del sistema produttivo. Poi rivoluzione verde, infrastrutture per la mobilità, equità sociale, salute. Resta anche istruzione e formazione, ma qui aggiungono ricerca e cultura.
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di Francesca Basso, inviata a Bruxelles
Si conferma, come detto, l’attenzione sull’equità sociale, di genere e territoriale. Per raggiungere l’obiettivo si parla di creazione di posti di lavoro e tutela del reddito, oltre a politiche attive anche a favore dell’occupazione giovanile, dal contrasto al lavoro sommerso all’ «empowerment femminile» con percorsi di formazione, occupabilità e autoimprenditorialità a favore delle donne e con l’obiettivo di ridurre il gender pay gap. Centrali il Family Act «raccordato alla riforma dell’Irpef» e l’attuazione del Piano Sud 2030.
L’obiettivo è concentrare le risorse su pochi grandi progetti per evitare di disperdere le risorse, in modo da arginare la valanga di progetti (557 per oltre 677 miliardi di euro) arrivati da singoli ministeri. Confermate anche le riforme che dovrebbero accompagnare il piano, tutte da completare entro l’anno prossimo: fisco, giustizia, lavoro e pubblica amministrazione.