Lo riferisce ‘Vulcano di collera’, l’operazione di difesa della capitale. Guterres: ‘Servono un cessate-il-fuoco completo e un vero processo politico
Redazione ANSA ROMA 22 gennaio 2020 13:43 NEWS
L’aeroporto internazionale di Mitiga, l’unico in funzione a Tripoli, è stato colpito da “sei razzi Grad in una flagrante minaccia alla navigazione aerea e una nuova violazione del cessate il fuoco”. Lo scrive la pagina Facebook di “Vulcano di collera”, l’operazione di difesa della capitale libica dall’attacco delle forze del generale Khalifa Haftar. A colpire lo scalo sono state le “milizie del criminale di guerra e ribelle Haftar”, precisa il post citando il colonnello e portavoce Mohamed Gnounou.
Poco dopo, è giunta la conferma da parte dell’aeroporto, che ha sospeso tutti i voli fino a nuovo ordine: “La caduta dei proiettili – si legge nella pagina Fb dello scalo – ha avuto luogo al momento dell’atterraggio, poi avvenuto in sicurezza a Misurata, di un aereo delle Libyan Airlines proveniente dall’aeroporto di Cartagine”.
Le forze del generale Khalifa Haftar hanno più volte bersagliato l’aeroporto, situato a meno di 10 km dal centro dalla capitale, sostenendo che serve per far giungere a Tripoli aiuti militari e combattenti a sostegno del governo del premier Fayez al-Sarraj.
Da New York, intanto, era giunto il messaggio del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres rivolto agli attori della crisi in Libia: “Accettate pienamente le conclusioni del vertice di Berlino – ha detto dal Palazzo di vetro – Siamo solo all’inizio. C’è una lunga strada da fare. Adesso c’è una tregua con poche violazioni, ma servono un cessate-il-fuoco completo e poi un vero processo politico”.
Guterres, quindi, ha precisato che il Consiglio di sicurezza ha un ruolo “essenziale”. “I cinque membri permanenti – ha proseguito – erano a Berlino ed hanno sottoscritto il comunicato. Penso ci sia un motivo per sperare che vengano create le condizioni per un consenso più forte in seno al Consiglio di sicurezza sulla Libia”.
I membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu, da parte loro, hanno affermato in una nota di aver “accolto con favore le conclusioni raggiunte dai leader internazionali alla conferenza di Berlino sulla Libia”. Hanno poi “esortato le parti libiche a impegnarsi in modo costruttivo nella commissione militare congiunta 5+5 al fine di concludere quanto prima l’accordo per il cessate-il-fuoco”. I Quindici terranno ulteriori discussioni nei prossimi giorni per dare seguito alle conclusioni della conferenza di Berlino.
Riguardo all’ipotesi di ripristinare la missione Sophia, “l’embargo marittimo da solo non basta – ha detto l’inviato speciale dell’Onu Ghassan Salamé in un’intervista con la Die Welt – Deve essere applicato anche per via aerea e sulla terraferma. Sophia può avere un ruolo, ma è solo parziale”. Su una missione militare per mantenere la tregua, Salamé ha ribadito che “in Libia non c’è consenso per delle truppe straniere” e che “io non punto a un’operazione militare”.
“La conferenza ha prodotto i risultati che mi aspettavo – ha proseguito – Il mio scopo non era altro che mettere allo stesso tavolo i Paesi coinvolti: per esempio, Egitto e Turchia si sono seduti per la prima volta dopo 6 anni allo stesso tavolo, anche se sostengono parti diverse. Stessa cosa per russi e americani. E c’è stata anche la sfida di allineare italiani e francesi. Da questo punto di vista la conferenza è stata un successo”.
Da Roma, infine, erano arrivate anche le parole del presidente del Consiglio Antonio Conte: “Sembra che l’Italia abbia perso un po’ di terreno – ha detto il premier – Ma noi abbiamo le nostre carte, di diplomazia e di politica. State tranquilli: con Berlino abbiamo indirizzato la vicenda verso una soluzione politica. Quando si indirizzerà definitivamente questa vicenda ad una soluzione politica, l’Italia avrà molte carte da giocare”.