martedì, Ottobre 13, 2020

L’immunologa Viola: «Il rischio zero non esiste. Ho due ragazzi, ecco le nostre regole»

«I giovani siano responsabili. Basta poco: a casa pochi ospiti per volta e distanziati, chiacchiere con la mascherina. Temo per i miei genitori anziani, basta un collega di lavoro positivo al Covid o una fidanzata meno attenta»

da

di Margherita De Bac

   «Ai miei figli non posso imporre nulla. Mi affido al loro senso di responsabilità, molto sviluppato. Però il rischio zero non esiste per nessuno», ci introduce idealmente all’interno della sua famiglia Antonella Viola, uno dei maggiori immunologi italiani, unica donna del Nordest membro dell’Organizzazione dei biologi molecolari europei, docente di Patologia all’Università di Padova.

Oltre il 70% dei contagi avvengono tra le mura domestiche. Come mamma di un 19enne e un 21enne che regole ha stabilito?

«La nostra vita non si è bloccata. Cerchiamo di proteggerla dandoci dei limiti. A casa non invitiamo più di 2-3 ospiti per volta, ben distanziati a tavola, le chiacchiere di fine cena a mascherina indossata. Ce la togliamo soltanto tra noi 4, io, figli e marito. I ragazzi hanno partecipato a feste tra amici sottoposti a tampone. Evitiamo assembramenti e voli aerei. Andiamo al ristorante con le dovute accortezze».

Così facendo il virus è perdente?

«Ripeto, il rischio zero non esiste. Se indosso la mascherina chirurgica e resto chiusa diverse ore in una stanza a contatto di un individuo contagioso, a sua volta protetto, potrei infettarmi lo stesso».

Qual è una forma di difesa ulteriore?

«Sui mezzi di trasporto si può adoperare la mascherina Ffp2 con filtro. Durante le attività ordinarie va bene anche quella di stoffa, se lavata ogni giorno».

Le feste sono pericolose?

«La situazione epidemica è preoccupante, i numeri crescono e bisogna agire in tutte le maniere cercando di tenere piatta la curva dei contagi».

Quale potrebbe essere la svolta?

«La chiave sta nella diagnostica. Grandi vantaggi saranno legati alla disponibilità dei tamponi salivari molecolari che, per maneggevolezza, permettono di testare persone che altrimenti potrebbero sfuggire come bambini e persone con difficoltà, ad esempio autismo. Molto importanti sono inoltre i tamponi rapidi antigenici. Nessuno pensa di sostituirli a quelli tradizionali, però possono essere molto utili in certi contesti come scuola e università dove occorrono risposte veloci».

Come si è mosso il governo?

«In emergenza bisogna tener conto di tanti fattori. Noi dal di fuori abbiamo però l’obbligo di sollevare dubbi. L’Italia sta lavorando bene».

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