mercoledì, Giugno 23, 2021

L’INTERVISTA – Blackout a Milano, Gerli (Unareti): «Emergenza mai vista: 160 blocchi in 7 giorni. Tripli guasti nelle stesse vie»

                                                                                                                                                               MILANO / CRONACA

Francesco Gerli, ad di Unareti: 160 blocchi in sette giorni rispetto ai 600 annui. «Stiamo lavorando 24 ore su 24 alla riparazione della rete. Rimborsi automatici»

di Stefania Chiale

Ingegner Gerli, la situazione di emergenza blackout è superata?
«È molto migliorata, ma si registrano ancora tanti guasti rispetto al normale (è l’effetto-coda): siamo ancora in emergenza. Stiamo lavorando 24 ore su 24 alla riparazione della rete. L’emergenza seria è iniziata lunedì scorso ed è stata velocissima, con un numero di guasti eccezionale dovuti alla variazione del carico sulla rete del 25 per cento rispetto alla settimana precedente. I guasti aumentano con il caldo e l’incremento del carico, ma normalmente in modo più graduale».

Ci dà un’idea?
«Ne abbiamo circa 600 all’anno (due al giorno): la settimana scorsa in un giorno e mezzo sono stati 80, un numero non confrontabile con la nostra capacità operativa. D’estate siamo equipaggiati per affrontarne 5-10 al giorno e abbiamo una procedura di emergenza per arrivare a gestirne una quindicina. In una settimana sono stati 160».

 Francesco Gerli è l’amministratore delegato di Unareti, la società unica per la distribuzione di energia e gas. Dal centro storico a Porta Romana, e poi Niguarda, Romolo, Lorenteggio: ormai i blackout sono un po’ ovunque. Cos’è successo?
«La rete è predisposta per affrontare i guasti. Quando ce n’è uno, un gruppo di clienti rimane senza corrente per il tempo necessario a fare le manovre automatiche di contro-alimentazione: da 10 secondi a una decina di minuti. In una situazione come quella di lunedì scorso si sono accumulate molte tratte da riparare, con l’impianto in situazione di contro-alimentazione: questo genera una probabilità più elevata che si vada a guastare la tratta utilizzata per contro-alimentare. A quel punto le persone interessate restano al buio per il tempo necessario a riparare almeno una delle alimentazioni che servono. In quei giorni siamo arrivati ad avere in contemporanea oltre 70 tratte fuori servizio. Nelle zone più martoriate Niguarda e Porta Romana abbiamo avuto doppi e tripli guasti».

Come si interviene?
«Dopo le manovre in sala di controllo, si manda un laboratorio-camion nella tratta interessata e inizia la ricerca del guasto: dura da una a due ore. Quindi si comincia a scavare per un paio d’ore, e solo allora inizia la riparazione. Quando in un pomeriggio arrivano 80 di queste cose da fare…».

Come intendete gestire la situazione in piena estate?
«In termini di breve periodo l’unica gestione possibile è migliorare ancora la reattività dell’organizzazione. Oggi abbiamo una forza lavoro che è più del quintuplo di quella normale. Ma onestamente l’eccezionalità di questa concentrazione di guasti in poche ore è alquanto improbabile: anche se facesse molto caldo, quello che accade di solito è che salga più gradualmente».

Il sovraccarico sulla rete, appena arriva l’afa, è prevedibile. Perché non si è intervenuti per tempo?
«L’aumento dei guasti è prevedibile, non un evento eccezionale come quello del 14 e 15 giugno. Sappiamo che quando arriva il caldo aumenta il carico: eravamo già in stato di emergenza per affrontare i “normali” 15 guasti al giorno. Una numerica come quella di quel giorno e mezzo non si era mai vista».

Blackout a Milano, Sala: «Pronto un piano di investimenti…

Gli esercenti chiedono un risarcimento danni.
«Abbiamo un meccanismo di rimborsi automatici determinati dall’autorità. Per i clienti domestici scatta sopra le 8 ore di blackout, per i clienti più grossi sopra le 4».

Per attuare delle vere soluzioni occorrono investimenti ingenti.
«La crescita degli investimenti annui è in essere dal 2014. Quell’anno sulla rete elettrica di Milano sono stati investiti 37 milioni di euro, quest’anno chiuderemo a oltre 100 e a gennaio è stato varato un piano che prevede di passare a 120 milioni dal 2022. Le cabine primarie (i punti di immissione dell’energia) a Milano sono state nove dagli anni ’70 al 2016, quando ne vennero aggiunte due. Altrettante andranno in servizio la prossima primavera, altre otto entro il 2027».

Ci sono comportamenti che possiamo assumere per limitare il danno? 
«Preciso che dal cittadino nulla è dovuto. Ma sicuramente è utile usare l’energia nei momenti in cui la rete è più scarica, di notte o nei festivi; pesano poi i consumi molto energivori con poca regolazione, come l’aria condizionata nei negozi a porte aperte o la temperatura regolata molto bassa».

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Milano e della Lombardia iscriviti gratis alla newsletter di Corriere Milano. Arriva ogni sabato nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui.

23 giugno 2021 | 07:49
Condividi su: