Nelle prime ore della mattina di oggi sono stati posti sotto sequestrato beni mobili e immobili e quote societarie per un valore di 50 milioni di euro a Luciano Iannotta, imprenditore della provincia di Latina considerato vicino ai clan e già al centro delle cronache per i suoi rapporti con la Lega.
da BACKSTAIR / FOLLOW THE MONEY del 8 FEBBRAIO 2022 9:17
A cura di Valerio Renzi
VIDEO “Qhttp://youmedia.fanpage.it/user/followthemoneyuello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi”: il potere di Claudio Durigon, dall’UGL a Salvini
Nelle prime ore della mattina di oggi, martedì 8 febbraio, sono stati posti sotto sequestro beni mobili e immobili, quote societarie e rapporti finanziari, sia in Italia che all’estero, per un totale di 50 milioni di euro. Un tesoro secondo gli inquirenti riconducibile a Luciano Iannotta, imprenditore pontino già presidente di Confartigianato Latina e della Terracina Calcio, già stato arrestato nel 2020 nell’ambito dell’inchiesta Dirty Glass. Accusato di bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, autoriciclaggio, sequestro di persona ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Luciano Iannotta e la Lega: l’inchiesta di Fanpage.it
Iannotta è al centro di un’inchiesta dell’Antimafia che vede come protagonisti uomini della ‘ndrangheta e della camorra, ma soprattutto che lo vede vicino ai clan rom della provincia di Latina Travali e Di Silvio. L’imprenditore è finito al centro delle cronache anche per la sua vicinanza a uomini della politica e alla Lega, in particolare all’ex sottosegretario Claudio Durigon come raccontato dall’inchiesta Follow The Money di Fanpage.it.
Il tesoro sequestrato a Iannotta tra società, terreni e immobili
Con le operazioni in corso nella mattina di oggi, sono stati confiscati una impresa individuale, una fondazione, la totalità delle quote e l’intero patrimonio aziendale di 37 compagini societarie (4 di queste si trova nel Regno Unito e 2 in Moldavia), 119 fabbricati e 58 terreni, 55 veicoli, 1 imbarcazione e 72 rapporti finanziari. Il sequestro è stato eseguito dal Servizio Centrale Anticrimine e la Divisione Anticrimine di Latina, coordinati dalla Direzione Centrale Anticrimine su ordine emesso dal Tribunale Sezione Misure di Prevenzione di Roma ai sensi della normativa antimafia, su proposta del Procuratore del Distretto e del Questore della provincia di Latina.
La reazione del Prefetto
A seguito del sequestro, il Prefetto Francesco Messina, Direttore Centrale Anticrimine, ha commentato così l’operazione: “Tale risultato testimonia l’efficacia delle indagini di prevenzione afferenti ai patrimoni illecitamente accumulati nel tempo dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso – ha dichiarato- che sovente si avvalgono del contributo di professionisti che prestano la loro opera per dissimulare la provenienza illecita di tali ricchezze.”