Quindici gli indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione e detenzione di armi. Arrestati due fedelissimi, tra cui il ‘postino’ del boss. Perquisita anche l’abitazione di Castelvetrano, residenza anagrafica del latitante.
MAFIA POLIZIA MESSINA DENARO
da aggiornato alle 08:31 20 giugno 2020
© ARNAUD MEYER / LEEMAGE – Automobile della Polizia
Blitz della Polizia di Stato volto al contrasto della criminalità organizzata nella Provincia di Trapani e in quella di Caserta. La Squadra Mobile di Trapani, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha eseguito numerose perquisizioni e arresti nei confronti dei favoreggiatori di Matteo Messina Denaro.
Quindici gli indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza del boss mafioso. Perquisita anche l’abitazione di Castelvetrano, residenza anagrafica del latitante Messina Denaro.
La Squadra Mobile di Caserta, con il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha eseguito numerosi arresti nei confronti degli esponenti del sodalizio criminale con a capo un ex cutoliano, attuale reggente del clan de “I Casalesi” nellagro Teano. Tra gli arrestati anche il referente di zona del federato clan “Papa”.
Il blitz contro la rete di Messina Denaro
Il blitz siciliano è scattato dietro ‘l’ultimo’ pizzino del capomafia latitante Messina Denaro. L’operazione della polizia di Stato ha assestato un altro colpo alla rete di protezione e di comunicazione del bos. Arrestati in particolare due fedelissimi: il ‘postino’ , Giuseppe Calcagno, che smistava i pizzini e, quindi, ordini da far valere, senza discutere, sul territorio; e Marco Manzo, una sorta di ‘ambasciatore’, cui competeva tenere i collegamenti con gli altri mandamenti.
La Squadra mobile di Trapani, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ha eseguito numerose perquisizioni e arresti nei confronti dei favoreggiatori del capomafia ricercato dal 1993. Quindici gli indagati a vario titolo per associazione mafiosa, estorsione, detenzione di armi e favoreggiamento della latitanza del boss.
Tra gli indagati lo stesso capomafia per tentata estorsione. Perquisita la sua residenza anagrafica, nel centro di Castelvetrano, abitata dalla madre. Una nuova operazione a tenaglia, dunque, dietro anche il presunto pizzino di Messina Denaro, di cui si parla in un dialogo intercettato. Nessuna tregua al superlatitante.